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Giovedì 6 Marzo 2008 - Libertà

Ronda: il mio Sanremo positivo

Stasera l'autore piacentino in Fondazione per "Doucers de la musique", recital da Battisti a Mina
«Il brano che ho scritto per Mietta ha avuto successo»

PIACENZA - Con l'itinerario musicale Chanson d'amour, dedicato ai successi degli ultimi 30 anni, interpretati dal cantautore e compositore piacentino Daniele Ronda, prosegue questa sera alle ore 21 all'auditorium di via Sant'Eufemia 12 (ingresso libero) la rassegna Douceurs de la musique, appuntamenti con la musica dolce, promossi dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Ronda, accompagnato da un trio (chitarra acustica, pianoforte e percussioni), proporrà brani scritti da lui e cover di alcune delle sue canzoni italiane del cuore. In programma anche anteprime: la versione acustica di Baciami adesso (di Ronda e del paroliere Pasquale Panella), presentata da Mietta all'ultima edizione del Festival di Sanremo, e Con il sole per le mani, (di Ronda e Antonello De Sanctis, con il quale il compositore piacentino ha collaborato in più occasioni), che dà il titolo all'album, appena uscito, della cantante pugliese.
Ci saranno poi Lascia che sia e Almeno stavolta, scritti per Nek, e Come pensi che io, cantata da Ronda al Festivalbar 2004. Si ascolteranno canzoni di Lucio Battisti («uno dei miei artisti di riferimento, che mi ha influenzato molto»), da E penso a te a Fiori rosa, fiori di pesco; Mia Martini (Almeno tu nell'universo), Mina, Vasco, Antonacci e Ligabue.
Ronda, cosa ha guidato questa scelta?
«Ho cercato di mettere insieme alcuni dei pezzi che mi comunicano più emozioni, a partire dagli autori che hanno contato maggiormente per me, come Battisti, uno dei più grandi cantautori che l'Italia abbia mai avuto. Mi ha sempre interessato molto anche la scena anglosassone, ma per il tipo di serata, per la sonorità, mi sembravano più adatti autori italiani».
Cosa ascolta oggi Daniele Ronda?
«Ho sempre ascoltato tantissima musica dei generi più diversi. Non esco mai da un negozio di dischi o da un centro commerciale, visto che adesso i cd sono in vendita anche lì, senza fare un acquisto e questo spesso senza che, entrando, ne avessi l'intenzione. Mi piace guardare cosa succede in giro e mi viene subito la curiosità di approfondire. Per adesso, prediligo soprattutto il pop-rock, che fa parte anche del mio lavoro. Non escludo comunque mai niente. Ho comprato il cd di Ennio Morricone. Tra l'altro, Se telefonando, il brano interpretato da Mina che canterò in Fondazione è stato proprio composto da Morricone. Le parole sono di Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara».
Da Sanremo è tornato a casa con più soddisfazioni o con più delusioni?
«Delusioni non direi. Voci ufficiose, ma di una certa attendibilità, parlano di Mietta terza per la giuria demoscopica, quinta per la giuria di qualità, due delle tre votazioni che decretavano i risultati del Festival. Le classifiche radiofoniche dimostrano che la gente sta rispondendo bene e la vera gara di Sanremo è poi quella. Anche le critiche sono state positive, così come il riscontro dei fan di Mietta, che mi hanno scritto in questi giorni».
Quest'edizione di Sanremo non è stata comunque particolarmente elogiata.
«Credo che il Festival rimanga in ogni caso una grande vetrina. L'esibizione di Mietta nella serata di giovedì ha avuto il picco di ascolti di 10 milioni e 800mila persone. Un numero enorme. Si è trattato di una "crisi" di pubblico tra virgolette».
Cosa non le è piaciuto di questo Sanremo?
«Ci sono tanti aspetti che si potrebbero migliorare, ma dipendono da chi costruisce il programma. Di sicuro la musica deve essere la protagonista. Il cast, lo spazio e i tempi dati alla musica devono essere la prima preoccupazione. Invece si è tutto dilatato a favore di balletti e gag che non sono indispensabili in una manifestazione così, dove il materiale, con 20 big che presentano canzoni nuove, è già tanto. Andrebbe rivista la scaletta e si dovrebbero modificare alcune cose».
Quali?
«Non basta chiamare un paio di cantanti più giovani per rinnovare il Festival. Senza togliere quello che è il bello di Sanremo, senza snaturarlo, andrebbe aperto a fasce di età diverse».
È riuscito a seguire tutti i giorni della manifestazione?
«Per impegni di lavoro non mi è stato possibile restare a Sanremo per l'intera settimana. Non ho visto tutto il Festival, ma quando l'ho guardato, l'ho fatto con molta attenzione. Ho seguito interamente la finale, non in sala, ma nella hall dell'hotel. È usanza infatti non andare a teatro».
Prossimi impegni?
«Sto lavorando con Nek per il suo nuovo disco, di cui non è ancora prevista la data di uscita. Spero tanto di avere la possibilità di concentrarmi su un mio progetto. La cosa più importante per me oggi è poter portare al pubblico un mio album».

Anna Anselmi

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