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Giovedì 6 Marzo 2008 - Libertà

Maria Callas, un omaggio alla Divina

Per i lettori di Libertà una serie di interpretazioni imperdibili della cantante lirica che ha incantato il mondo
Sabato in edicola il primo CD con "Casta diva"

Sono trascorsi poco più di trent'anni. Trent'anni di silenzio, di muto vuoto. Trent'anni senza la Callas. Era il 16 settembre del 1977: a Parigi moriva la più celebre cantante lirica del XX secolo. Si spegneva il soprano greco più amato o contestato, l'attrice appassionata e drammatica, la donna degli scandali dal temperamento adatto per alimentare i pettegolezzi, che la giornalista Camilla Cederna definiva "sale caractère". Se ne andava la donna tradita, che all'amore aveva sacrificato la sua grandezza, ed anche la madre affranta, la stessa che aveva rivestito affettuosamente il suo bambino morto appena nato prima di seppellirlo: ma il mondo perdeva soprattutto un'interprete di indubbia grandezza, un "animale da palcoscenico" che riusciva ad incantare anche davanti ad una cinepresa. Era il 1977 e Maria Callas moriva: forse suicidio o più semplicemente un arresto cardiaco causato da un'aggravarsi dello sfinimento fisico che aveva colpito l'artista già dalla metà degli anni Sessanta. Venne cremata, come lei stessa aveva desiderato in una sorta di legame anche oltre la morte con il rito greco-ortodosso a cui era rimasta fedele per motivi soprattutto sentimentali: ma anche quest'ultimo capitolo della sua esistenza rimane avvolto nel mistero. Nel 1979 le sue ceneri vennero sparse nel mare Egeo dal ministro greco della cultura: eppure al Père Lachaise, il cimitero più famoso di Parigi, c'è una piccola lapide, che porta inciso "Maria Callas. 1923-1977".
È forse questa la condanna ma anche il destino di una donna che in vita suscitò uno scalpore che non si volle abbandonare neppure dopo la morte: la Divina continua a vivere e non solo nel cuore dei suoi fans. Vive nelle registrazioni, nei filmati, nelle poetiche e nelle parole degli intellettuali che la ammirarono o più semplicemente la conobbero allora, nella sua epoca d'oro e pure negli anni del declino; il mito della Callas si rigenera continuamente come una sorta di Araba Fenice che neppure il tempo può scalfire. A dimostrarlo è il crescente successo che riscuote ogni iniziativa riguardante il celebre soprano: ancora di più nel trentesimo anniversario dalla morte, quando mostre e commemorazioni si sono duplicate, triplicate, in un carosello di letteratura agiografica e laudatio funebris dedicate all'interprete greca. Anche Libertà non ha però voluto essere da meno ed ha deciso di donare ai suoi lettori un omaggio al più grande soprano del Novecento: ecco dunque sei cd per conoscere o riascoltare le interpretazioni più emozionanti della celebre artista. Una collana per riscoprire la voce unica della Callas, l'aura di romanzo e di dramma che ha segnato la sua avventura di donna ed artista, facendone tuttavia nel contempo la più acclamata cantante lirica della contemporaneità: questo i lettori potranno trovare in edicola da sabato, insieme al quotidiano al costo aggiuntivo di 8,90 euro (con la prima uscita in regalo il cofanetto raccoglitore). Si parte con Bellini, uno dei "cavalli di battaglia" del soprano: "Casta Diva e il ritorno del Belcanto" racchiude undici piccoli gioielli interpretativi, da "I Puritani" e dalla "Norma, fino al "La Sonnambula". Sei cd dunque dedicati all'interprete straordinaria ed innovatrice di "Madama Butterfly", "Tosca", "Aida" fino alla "Traviata", ma anche tanti documenti fotografici e testuali della Divina, racchiusi nei piccoli libretti a colori che accompagneranno ogni cd: è un'iniziativa davvero imperdibile quella che il quotidiano offre ai piacentini, per ricordare a poco più di trent'anni i successi di un'artista che rivoluzionò per sempre il modo di intendere il canto lirico. Un'iniziativa che giunge del resto in una città che recentemente ha accolto con interesse la rassegna "Da Medea a Medea", promossa dal Comune con la Fondazione Toscanini: solo poche settimane fa i piacentini si erano ritrovati all'Auditorium della Fondazione di via S. Eufemia per assistere alla proiezione del film di Pasolini sulla drammatica vicenda della maga della Colchide. Ed è ancora visitabile (fino al 15 marzo) la mostra fotografica allestita nel Ridotto del teatro Municipale che raccoglie gli scatti di Mario Tursi ed Erio Piccagliari: è quella la grandezza della Callas, donna ed eroina tenace, ritratta nelle pause del set di "Medea" in compagnia dell'autore di "Ragazzi di vita" e durante le rappresentazioni scaligere dell'opera. Ad emergere è sempre lei: il fascino ieratico, la fisicità potente ed incorrotta, il temperamento spesso definito umbratile, ostinato e ribelle che la madre della Divina motivava con uno stato di incoscienza in seguito allo spaventoso incidente di cui una Callas bambina era rimasta vittima. Ma non importa: a trent'anni dalla sua morte, Maria Callas continua eternamente a vivere.

BETTY PARABOSCHI

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