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Martedì 4 Marzo 2008 - Libertà

«Hospice, decida il comitato strategico»

Borotti, segretario provinciale della Uil: riconvocare l'assemblea per sbloccare lo stallo

(p.s.) Hospice, da più di un mese è calato nuovamente il silenzio sulla difficile decisione intorno alla casa per malati gravi. E a questo punto la Uil provinciale, per voce del segretario Massimiliano Borotti, propone di riconvocare il comitato strategico di Vision 2020. «Ho seguito con estrema attenzione la recente vicenda del progetto per la realizzazione di un hospice a Piacenza e vorrei fornire un contributo per sbloccare lo stallo che si è determinato» argomenta Borotti, che del comitato strategico è uno dei 44 membri.
«Voglio ricordare - sottolinea ancora il segretario Uil - che questo progetto è quello più votato dal comitato strategico di Vision 2020, segno, questo indicatore, di una considerazione comune e diffusa tra tutti i soggetti che ne fanno parte rispetto all'impellente necessità di realizzare una struttura sanitaria residenziale in grado di assistere il paziente e la sua famiglia attraverso l'erogazione di cure palliative e di servizi di assistenza e sostegno psicologico».
Tra i criteri di valutazione era inserito quello della "fattibilità finanziaria", viene ricordato, e il progetto si è posizionato tra i quattro dotati di punteggio più alto dopo l'istruttoria della segreteria tecnica. Difficile comprendere come mai questa fattibilità appaia oggi difficile da far quadrare. «La prima azione prevista era la costituzione di una fondazione tra i soggetti interessati che poi avrebbe amministrato la struttura - riprende Borotti - e da qui si deve ripartire per sbloccare l'impasse».
L'impasse, come noto, nasce dopo la proposta avanzata dall'Opera Pia Alberoni (cessione per 30 anni alla Fondazione Hospice di parte di palazzo Portici su via Emilia Parmense e 1milione e mezzo di euro), che non ha punti di contatto con quella perseguita da Legacoop, proponente del progetto-hospice fin dal suo esordio e che ritiene più confacente una struttura nuova e opportunamente studiata.
«Invece di cercare posizioni di dominanza o di primogenitura - è l'affondo di Borotti - seguire la strada tracciata rimetterebbe in marcia il processo di realizzazione. Da qui la proposta ai tre enti promotori del patto strategico, Provincia, Comune capoluogo e Camera di Commercio, di riconvocare il comitato strategico ancora vigente e in quella sede («che può essere considerata il luogo della concertazione territoriale di più ampio respiro, vista la sua composizione»), cercare la soluzione ai problemi, verificare le risorse economiche disponibili, dare il via alla costituzione della fondazione e alla realizzazione della struttura «senza ulteriori indugi».

(p.s.)

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