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Domenica 12 Dicembre 2004 - Libertà

"La mia orchestra-laboratorio"

Parla il maestro. Sognavo la "Cherubini" per trasmettere ai giovani ciò che ho appreso

"Il debutto dell'Orchestra Giovanile "Luigi Cherubini" è un evento importante perché non si tratta solo di un'orchestra in più che fa la sua comparsa in Italia; anche se, beninteso, le compagini sinfoniche in Italia sono troppo poche e ci vorrebbe non un'orchestra nuova, ma qualche decina di orchestre nuove per ridare respiro alla cultura musicale nel nostro Paese. L'importanza dell'Orchestra Cherubini sta anche e nel fatto che sarà un'occasione di alto perfezionamento artistico e professionale per tutti i giovani strumentisti che ne faranno parte e che, suonando per tre anni nell'orchestra e nei gruppi cameristici che nasceranno al suo interno, trascorreranno un importante periodo di specializzazione dopo il Conservatorio". Tutto vero, ma manca il meglio: l'importanza - anzi, l'eccezionalità - dell'Orchestra Cherubini sta anche e soprattutto nella personalità del suo direttore musicale, autore della dichiarazione di cui sopra: Riccardo Muti, uno dei più grandi direttori d'orchestra. Muti, che ieri sera, in un Municipale gremito, ha diretto la Cherubini in una prova aperta al pubblico della Quinta Sinfonia di Ciaikovskij (a favore di Telethon, la maratona benefica sostenuta dalla Banca Nazionale del Lavoro per la ricerca sulle malattie genetiche) e dirigerà domani la stessa partitura in una lezione-concerto inclusa nella stagione sinfonica piacentina della Fondazione Toscanini, non farà con queste due serate un'apparizione fuggente, da meteora, nella nostra città: inizierà, al contrario, un lungo sodalizio con Piacenza, perché il vivaio di talenti chiamato Orchestra Cherubini e da lui diretto avrà sede stabile a Piacenza per tutta la stagione invernale (quella estiva sarà invece a Ravenna) e, a partire da maggio, sarà protagonista di spettacoli regolarmente inseriti nelle stagioni del Municipale. Nata per iniziativa della Fondazione Toscanini, di Ravenna Manifestazioni e dei Comuni di Piacenza e Ravenna col sostegno della Regione Emilia-Romagna, l'Orchestra Cherubini è stata presentata alla stampa ieri pomeriggio nel Ridotto del Teatro dall'assessore ai teatri Giovanna Calciati, dal presidente della Toscanini Antonio De Rosa, dal presidente di Ravenna Manifestazioni Angelo Nicastro, dal designer orafo piacentino di fama internazionale Giulio Manfredi (che ha descritto il gioiello da lui confezionato e ispirato al Va' pensiero di Verdi per dare forma al trofeo "verdiano" istituito dal Comune e intitolato Piacenza città della musica che lunedì sarà assegnato proprio a Muti) e da Dominique Meyer, direttore del teatro parigino degli Champs-Elysées che presta alla Cherubini la propria preziosa opera di prepratore e consulente. Assente alla conferenza stampa, Muti ha fatto la sua comparsa al rinfresco che l'ha seguita e ha risposto alle domande dei cronisti. Perché ha voluto quest'orchestra di giovani? "E' un progetto che accarezzo da quasi 30 anni, perché considero mio dovere di artista contribuire a tramandare ciò che ho appreso per perpetuare le tradizioni musicali in cui il nostro Paese non è secondo a nessun altro. Solo ora, però, ciò che prima era solo un sogno ha avuto una sede e dei finanziamenti, grazie alla collaborazione tra Piacenza e Ravenna. L'orchestra è intitolata a Luigi Cherubini: un compositore a me carissimo, tra i più grandi mai esistiti, davanti a cui lo stesso Beethoven dichiarava di inginocchiarsi". Come mai la scelta del debutto è caduta sulla "Quinta" di Caikovskij? "Perché è un'opera nelle corde di musicisti giovani, perché è molto complessa e quindi costituisce un buon banco di prova e perché consente a tutti i nostri giovani strumentisti di partecipare". La Cherubini farà solo repertorio sinfonico o anche lirica? "Faremo tutto: anche l'opera. Anche la musica del Sei e Settecento eseguita con criteri di correttezza filologica. Vogliamo dare una formazione completa".

a. t.

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