Giovedì 21 Febbraio 2008 - Libertà
Ipotesi residenziale per il Pio ritiro Santa Chiara
Se cade il vincolo la Fondazione potrebbe mettere sul mercato l'ex convento dello Stradone
Compie passi avanti in Regione la proposta di legge presentata dai consiglieri Maurizio Parma (Lega), Luigi Francesconi (gruppo della Libertà) e Gianni Varani (Forza Italia) che riguarda il Pio ritiro Santa Chiara di stradone Farnese, complesso immobiliare della Fondazione di Piacenza e Vigevano su cui grava un vincolo fino al 2065 che risale agli antichi rapporti in capo ai precedenti proprietari, l'ordine dei frati Saveriani.
La commissione regionale sul welfare ha nominato Varani relatore della proposta di legge il cui obiettivo è disciplinare con legge regionale, viste le nuove competenze normative delle Regioni, una materia che prima era regolata con legge statale. Si riuscirebbe così a trasferire il suddetto vincolo su altri immobili in modo da lasciare la Fondazione libera di decidere che fare del comparto di Santa Chiara che dallo Stradone arriva a vicolo Edilizia.
E sulle possibili destinazioni - nel caso in cui l'operazione andasse in porto - pare tramontare l'ipotesi che l'ex presidente di via Sant'Eufemia, Gian Carlo Mazzocchi, caldeggiava dopo l'acquisto dello stabile, vale a dire una sua riconversione a struttura di assistenza e socializzazione in particolare per anziani. I ragionamenti che più oggi troverebbero spazio nell'ente guidato da Giacomo Marazzi portano a una vendita sul mercato immobiliare: troppo alti, da un lato, i costi da sostenere per ristrutturare una struttura edilizia che nella sua gran parte versa in stato di avanzato degrado; decisamente allettanti, d'altro canto, gli introiti che da una cessione per uso residenziale potrebbero derivarne in una zona così centrale della città.
Il vincolo che tiene bloccato Santa Chiara risale a Maria Luigia d'Austria e scade nel 2065. Obbliga in sostanza a far rimanere l'immobile (in un'ala ancora agibile) destinato all'attuale utilizzo, cioè di sede di residenza per anziani (oggi gli ospiti sono sei, tutte donne). Il progetto di legge regionale tende a chiarire gli obblighi che passerebbero in capo al nuovo soggetto, l'Asp (Azienda dei servizi alla persona) piacentina, nel quale confluisce l'Ipab cui fanno capo le anziane di Santa Chiara. Finora le questioni erano regolate con una vecchia legge dello Stato, la 394 del 1971. In essa il complesso conventuale era stato conferito in proprietà ai Saveriani, ma con l'obbligo di destinare fino al 2065 una parte dell'edificio agli ospiti dell'Ipab, assicurando anche un contributo economico e la manutenzione dell'immobile, oltrechè le funzioni religiose nella chiesa annessa.
Residenze e servizi per le anziane dell'Ipab verrebbero trasferite in altra sistemazione in città giudicata molto favorevole: si tratta dell'immobile che la Fondazione possiede in via Gioia e che già ha attrezzato a moderne dimore adatte alla funzione di ospitalità di cui si sta parlando. Sono tuttavia da regolare i vecchi obblighi, assicurando la prosecuzione dei diritti d'uso di cui godeva l'Ipab, tenuto anche conto che la congregazione dei Saveriani ha ceduto a vari soggetti quanto di proprio competenza: la chiesa alla Diocesi e il resto alla Fondazione, fermi restando gli obblighi nei confronti dell'Ipab e dei suoi ospiti.
gu.ro.