Venerdì 15 Febbraio 2008 - Libertà
Dopo la "Medea" di Pasolini spazio
alla mostra sulla maga della Colchide
Oggi pomeriggio nel Ridotto del Municipale l'inaugurazione
PIACENZA - Da Medea a Medea è la mostra fotografica che racconta Maria Callas (1923 - 1977) attraverso le sue interpretazioni di un personaggio a lei particolarmente congeniale. La grande cantante lirica portò Medea sul palcoscenico del Teatro alla Scala in due storici allestimenti, nel 1953 (per la direzione di Leonard Bernstein e la regia di Luchino Visconti) e nel 1961 (in una rappresentazione che coincise con l'addio al pubblico scaligero), dell'opéra-comique di Luigi Cherubini, ma recitò anche nel ruolo della maga della Colchide nel film diretto da Pier Paolo Pasolini nel 1969, proiettato ieri sera alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, come prologo all'esposizione che si inaugurerà oggi alle 15.30 nel Ridotto del Municipale.
Interverranno: Agata De Laurentiis e Joelle Williams, curatrici di Sky Classica, organizzatrice della mostra, e Mario Tursi, fotografo di scena sul set del lungometraggio girato in gran parte in Asia Minore. Le immagini alla Scala sono state scattate da Erio Piccagliani e provengono dall'Archivio del teatro milanese. Nelle fotografie di Tursi, la "divina" appare spesso accanto al regista, lo scomodo intellettuale con il quale nel periodo delle riprese visse un intenso rapporto d'amicizia. La proposta di partecipare al film giunse alla cantante in un momento decisamente critico. Il produttore Franco Rossellini (nipote del regista Roberto) raccontò a Nadia Stancioff (assistente della Callas, sua controfigura in Medea e autrice del libro Maria Ritratto della Callas, Giulio Perrone editore) di aver telefonato a Maria il giorno stesso in cui arrivò la notizia "all'improvviso" delle avvenute nozze tra Jackie e Onassis: «Era arrabbiata e molto depressa. Le dissi: "Maria, domani vengo a trovarti a Parigi. Devo parlarti di molte cose". Così appena arrivai le spiegai subito che avevo intenzione di fare il film di Medea e che era ora che lavorasse a qualcosa che le piacesse».
La Callas aveva già consacrato a teatro la figura della sacerdotessa barbara, punto di riferimento anche per le interpreti successive. E riuscì, grazie all'istinto scenico, a calarsi bene nel ruolo davanti alla macchina da presa, nonostante fosse alla sua prima prova come attrice. Tursi, nato a Roma nel 1929, ha debuttato come fotografo di scena nel 1962 in Mare matto di Renato Castellani, lavorando poi accanto a maestri come Visconti (da Vaghe stelle dell'Orsa a L'innocente), Luis Buñuel, Martin Scorsese, Roman Polanski, Ettore Scola, Liliana Cavani e Krzysztof Zanussi. La mostra sarà visitabile fino al 15 marzo il mercoledì e il giovedì (orario: 10-13) e nelle sere degli spettacoli. L'iniziativa è promossa da Comune e Fondazione Toscanini.
Anna Anselmi