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Sabato 9 Febbraio 2008 - Libertà

Filosofia, riflessione tra le idee

Al liceo "Gioia" il primo appuntamento per studenti e non

Perché si studia filosofia? Questa ladomanda che ha tormentato intere generazioni di studenti e cheancora oggi si sente spesso risuonare nei corridoi e nelle aulescolastiche. Perché si studia filosofia? Una risposta abbastanzaconvincente l'ha data il liceo "Gioia", promotore, con la Societàfilosofica italiana sezione Emilia Romagna e la Fondazione diPiacenza e Vigevano, del ciclo di incontri Camminare tra leidee: titolo simbolico eppure esaustivo, perché se la filosofiaè da sempre una disciplina ostica per molti, questa iniziativapoggia sulle basi solide di chi crede in una cultura filosofica ecerca di darle un senso, di riflettere tra le idee.
Eppure avolte la Fenomenologia incrocia il ricordo, il rigore delleargomentazioni si stempera nel rievocare la personalità di chi haavuto il coraggio di andare contro quella tradizione crociana tantoin voga negli anni Sessanta, anche a rischio di un isolamentoforzato: questi i temi attorno a cui si è incentrato il primo degliappuntamenti della rassegna, svoltosi al liceo "Gioia" alla presenzadi numerose classi, dell'animatrice dell'iniziativa CristinaBonelli e della preside Gianna Arvedi. Una filosofia cheè davvero uscita dagli ambiti più puramente accademici, perincontrare adolescenti e ripercorrere insieme a loro tematichestoriche e tesi su cui riflettere, attraverso le parole di "uno deifilosofi più raffinati": questo è il giudizio di FrancoParis, presidente della Società filosofica italiana EmiliaRomagna su Enzo Melandri, docente dell'ateneo di Bolognascomparso nel 1993 ma mai dimenticato.
Ed ecco quindi ilprogetto di dedicare l'intera rassegna piacentina proprio a chispesso si trovò in contrasto con la tradizione filosofica di matricestoricistica, suscitando dibattiti non sterilmente polemici: arievocare poi la personalità di Melandri ci ha pensato uno dei suoieredi filosofici, Luca Guidetti, ricercatore di filosofiateoretica all'università di Bologna e curatore del libro Controil simbolico, che riunisce dieci lezioni accademiche delrappresentante bolognese della fenomenologia.
«Ma quale ereditàha lasciato Melandri?»: è stato questo l'interrogativo scottante concui Guidetti ha aperto un dibattito che si è giocato su ricordi eriflessioni, a metà strada fra una lezione di filosofia ed undialogo intessuto di ricerche e dubbi. La risposta è molto semplice,forse apparentemente banale: «Bisogna andare alle cose».
Ma checos'è la filosofia se non un dialogo rigoroso e metodicamentestrutturato, dotato di una sua grammatica interna? Improvvisamentesi sciolgono i dilemmi: ecco quella lezione che Melandri ha ripresoda Husserl, quella logica intesa come "organon" in cui nonesiste una separazione tra forma e materia. Ecco la necessità distudiare i classici, perché «dai presocratici fino al mondoellenistico si trovano codificate tutte le posizioni di pensiero».Ad emergere è una mente che parte dalle lezioni di Gorgia eLeibniz e le rielabora in modo originale; e la necessità distudiare filosofia si impara da chi ha insegnato a riflettere senzatimori, come Enzo Melandri.

BETTY PARABOSCHI

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