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Domenica 3 Febbraio 2008 - Libertà

Troppi interessi per pensare in termini reali alla realizzazione?

Hospice a Piacenza-1

Egregio direttore,
ho assistito all'intervistaa Telelibertà del nostro sindaco e ho letto in data 1 febbraio ilvostro articolo relativo alle difficoltà per la realizzazionedell'Hospice. Ricordo (lei non era ancora a Piacenza) i dibattiti ele divergenze per la realizzazione del nuovo ospedale per arrivarepoi ad una struttura monca, che ha richiesto lavori per decenni eche è costata alla collettività quanto tre ospedali nuovi di zecca.Ma noi piacentini la sappiamo sempre più lunga di tutti.
Ora, peruna struttura da 10/15 posti, tutto sommato semplice, che nonrichiede grandi specificità , i nostri signori dimostrano solo divolersi spartire una torta e basta, per piazzare personale, perprestigio politico, per avere 'potere'. Ma non ci siamo!
Nontutti i piacentini hanno gli occhi foderati di coppa per non averlocompreso!!! Si parla di Hospice dal 2001 e le persone continuano amorire quando va bene in strutture private e con costi supplementaridi infermiere e os per essere talvolta imboccati e per riceverel'igiene. (Ci sono tante persone sole ammalate di cancro, che hannodiritto al sollievo di un hospice e non di una RSA).
Vorrei anchesottolineare a proposito di assistenza domiciliare (essenziale perla rete hospice) che a Piacenza, stando ai dati, sembra che ci sial'Eldorado, ma perché non informare i cittadini che altrove esiste,già realizzata o si sta realizzando, l'ospedalizzazione domiciliareper i malati terminali con assistenza di un'equipe 24 ore su24?
Non voglio accusare, ma riconosciamo i limiti e cerchiamo dispostarli un po'. Partiamo dal positivo che abbiamo ma non beiamociin questo. E che bisogno c'è di spendere ulteriori 50.000 euro peruno studio supplementare ed inutile commissionato a chi? Con qualeesperienza di Hospice? Potremmo saperlo? Ci sono modelli ottimi, nonè vergognoso copiare e risparmiare.
E' giusto che i cittadinisappiano che per mantenere un hospice ai livelli di assistenzadefiniti dalla SICP (Società Italiana di Cure Palliative, di cuisono socia) e FEDCP (Federazione Cure Palliative, di cui sono sociele Associazioni per le quali opero) il servizio nazionale sanitariopotrà erogare circa il 50% max delle spese per coprire il personalesanitario e questo avviene ovunque ed in tutto il mondo.
Dietrotanti hospice c'è una Fondazione che ha costruito direttamente lastruttura e sostiene il servizio, ma credo che queste fondazioni nonrispecchino come quella piacentina il nostro parlamento e senato coni risultati che tutti conosciamo.
Sappiamo anche che i piacentinise una struttura funziona sono generosi, come succede anche altrove.Il sindaco ha affermato da ultimo che i Piacentini avranno unhospice molto moderno, performante, come gli altri non hanno: maquanta demagogia! Si cerchi invece di fare poco, bene ed in fretta,o forse l'hospice rimarrà solo una 'Vision'? Di questo passo c'è datemere che la montagna partorisca un topolino e quasi c'è da sperareche la Fondazione Alberoni, se non verrà accettata la proposta, datoche sono stati di nuovo stanziati fondi dal Ministero, vada avantida sola per la sua strada e finalmente tra un paio d'anni se Dio cela manda buona...Non sarà la struttura ad hoc, ma tra il niente edil tutto, ai piacentini andrebbe molto bene anchequesto!

Daniela Buvoli Scordamaglia - Piacenza

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