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Sabato 2 Febbraio 2008 - Libertà

Mamas Trio, calienti note argentine

Successo al concerto per gli Amici del Romagnosi in Fondazione

PIACENZA - In questi anni l'Orchestra aplettro "Luigi Cremona" di Agazzano, diretta da CarloPisani, ha forgiato alcuni fra i più interessanti talentimusicali piacentini: è questo il caso del Mamas Trio,formazione nata nel 2006 dall'incontro fra il chitarrista RobertoMarcotti, il bassista Stefano Schembari ed ilpercussionista Riccardo Marenghi, protagonisti, l'altra seraalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, dell'affascinante concertointitolato Rojo y negro-omaggio al Sud America.
L'evento,presentato da Mario Ambrogi, presidente del circolo Amici delRomagnosi, ha concluso il primo ciclo di incontri in cartellone per"Gli appuntamenti di Gian Domenico", interessante iniziativaculturale che l'associazione organizza regolarmente da qualche annoa questa parte, e di cui Marcotti, chitarrista dalla rigorosaformazione classica, è ormai divenuto ospite fisso. In questaoccasione, tuttavia, abbiamo potuto apprezzarlo in una vesteinedita, che lo vede al centro di una band dal backgrounddecisamente eclettico: Schembari, infatti, è noto ai più per la sualunga militanza nella cover-band dei Déjà Vu, mentre Marenghicoltiva da diversi anni l'interesse verso nuove sperimentazioniritmiche che lo avvicinano alla cultura musicale africana e a quelladi altre realtà etniche. Un'esperienza, quella dei Mamas, sfociatal'anno scorso nella realizzazione di un cd autoprodotto (registratoallo studio Elfo di Tavernago) che porta il loro nome e che contieneuna buona parte del programma affrontato dagli artisti nel corsodella serata all'Auditorium della Fondazione in via Sant'Eufemia:musica argentina del Novecento e contemporanea, per lo più destinataal repertorio solistico per chitarra, rivisitata dal trio attraversola messa a punto di trascinanti arrangiamenti dal sapore jazz,incendiati da qualche sapido assolo di batteria.
Autori di solidamatrice classica, da Maximo Diego Pujol a Jorge Morele Josè Luis Merlin, irretiti dall'irresistibile fascino dellamelodia popolare, che li ha portati a comporre struggentiMilonghe e vivaci Candombe, gli "illustri" antenatidel tango argentino. E' questo il caso del suadente Candombecitofiestero e della Danza en E minor - finemente arabescatadalla chitarra di Marcotti -, proposti in apertura, o dei successiviMilonga, Candombe e Preludio triston. Né,allargando i confini ad altri Paesi dell'America Latina, sonomancati i tributi alla tradizione andina, in nome della quale i treartisti hanno proposto la frizzante La Misionera, o alfolklore cubano, con alcuni brani di Leo Brower, ebrasiliano, con Xôdó da baiana di Dilermando Reis, perun'emozionante serata condotta sul filo della malinconia.

Alessandra Gregori

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