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Venerdì 1 Febbraio 2008 - Libertà

Hospice, braccio di ferro tra le due opzioni

II tavolo per la struttura diviso sulle alternative in campo. Entro 15 giorni la nascita della fondazione a cui spetterà la scelta
Il nodo: chi gestirà tra Legacoop e Opera Pia. Via all'analisi di fattibilità

Che la quadratura del cerchio sulla questionehospice sia tutt'altro che semplice lo si è capito bene. Che le dueproposte sul tappeto - quella, iniziale, di Legacoop e quella,successiva, dell'Opera Pia Alberoni - siano tra loro in conflitto losi è capito altrettanto bene. Come pure che attorno alle dueproposte si sta riproducendo un'analoga contrapposizione tra isoggetti seduti al tavolo sull'hospice.
Tavolo che ieri inmunicipio è tornato a riunirsi, su convocazione del sindacoRoberto Reggi che viene descritto intento in un pazientesforzo diplomatico nel tentativo di trovare un punto di mediazioneche scongiuri il rischio di vedere naufragare un'opera su cui tuttaPiacenza, nelle sue componenti politiche, produttive e sociali, datempo si sta spendendo.
Una struttura però, l'hospice ossia unacasa-ricovero per malati gravi, da intendere come opera comunitaria,da realizzare cioè con il contributo collettivo del territorio. Guaiperciò se diventa motivo di divisioni, o, peggio, di scontropolitico. Che è invece quanto oggi si profila: da una parte, percapirci, la proposta di Legacoop - un hospice costruito exnovo in un terreno del Comune alla Madonnina (costo di 3,5milioni di euro) - che godrebbe di sponde politiche dicentrosinistra nelle istituzioni e in settori del volontariato;dall'altra parte quella dell'Opera Pia - mette a disposizione per 30anni palazzo Portici, a San Lazzaro, e 1,5 milioni di euro comecontributo alle necessarie spese di ristrutturazione quantificate incomplessivi 2,2 milioni - con sponde politiche nel centrodestra eforte del sostegno di Curia e Confindustria.
Da parte di questiultimi, ieri al tavolo, risultano esserci state pressioni perrompere gli indugi a favore della proposta dell'Opera Pia (assente,come preannunciato, alla riunione per lasciare - così ha spiegato lapresidentessa Anna Braghieri - libertà decisionale aipartecipanti al tavolo). Lo scoglio sono però le condizioni chel'Opera Pia ha posto, ossia avere la maggioranza nella futurafondazione che avrà in carico l'hospice. Questa la posizione giàespressa dai vertici dell'ente che peraltro, da quanto trapela,potrebbero anche puntare a ottenere la gestione della casa di curaaccettando di rimanere fuori dalla fondazione.
Che il vero nodosia la gestione è la convinzione di molti. Non è un mistero cheanche Legacoop accarezzi l'idea, pronta a mettere in campo lespecifiche competenze presenti al suo interno.
Scegliere adessouna delle due opzioni rischia davvero di far saltare il banco. È iltimore emerso alla riunione da parte di chi ha invitato allaprudenza, a non compiere passi affrettati. Timore che bene si coglienelle parole di Stefano Borotti, rappresentante diConfcooperative: «Se si ha a cuore l'obiettivo di realizzarlo, nonsi decida subito chi gestirà l'hospice perché mancano elementisufficienti». E in tale ottica ieri si è stabilito, stanziando50mila euro, di commissionare uno studio dettagliato di fattibilitàdella struttura.
Nel frattempo sarà costituita, nel giro di duesettimane, la fondazione hospice che, informazioni del caso allamano, deciderà quale strada prendere. A farne parte dovrebberoesserci i soggetti privati ieri seduti al tavolo, non cioè Comune,Provincia e Camera di commercio, ma Confindustria, Legacoop,Fondazione di Piacenza e Vigevano, Diocesi. Porte aperte alleassociazioni di volontariato come Caritas, Lega anti-tumori, Amop,Apl. Un ruolo di primo piano per l'Ausl che stanzierebbe più di unmilione di euro all'anno per il convenzionamento gestionale.
Trai principali finanziatori si candida pure Confindustria che, perbocca del presidente Sergio Giglio, fa sapere di riporrefiducia nella riunione a breve che il sindaco si è ripromesso conl'Opera Pia: «Si valuterà assieme il modello di governance,noi contiamo che da questo incontro si arrivi a una definizione».«Siamo del parere», ha aggiunto Giglio, «che chi mette più beni esoldi debba contare di più in termini di responsabilità, noi faremola nostra parte, ma non per avere un posto in cda». Confindustriapromuove la proposta dell'Opera Pia: «Corrisponde alle esigenzedella comunità, è giusto che ci sia un controllo da parte dellacollettività, però la fondazione dovrà trovare un punto di sintesicon l'Opera Pia».

Gustavo Roccella

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