Venerdì 1 Febbraio 2008 - Libertà
«Legge regionale per sbloccare Santa Chiara»
Proposta della Cdl per levare il vincolo allo stabile della Fondazione in stradone Farnese
Aveva chiesto l'intervento deipolitici piacentini, il presidente della Fondazione di Piacenza eVigevano Giacomo Marazzi, quando il 23 gennaio è statosentito dalla commissione consiliare 4. L'intervento per daresoluzione alla vicenda del complesso ex conventuale di Santa Chiara,in stradone Farnese, acquisito dalla Fondazione nel 2003, ma tenutobloccato in ragione di un vincolo a beneficio degli ex proprietari,l'ordine dei frati Saveriani, risalente a Maria Luigia d'Austria chescade nel 2065, in base al quale la parte agibile dell'immobile deverestare destinata all'attuale utilizzo, come cioè sede di residenzaper anziani (oggi sono sei gli ospiti).
Si tratterebbe, insostanza, di arrivare a una modifica della legislazione regionale,tale da spostare su altra sede il vincolo che grava su Santa Chiara.Quale sede? L'immobile che la Fondazione ha in via Gioia e che giàha attrezzato a moderne dimore adatte a ospitare anziani.
Propriol'appello di Marazzi paiono avere avuto in mente tre consiglieriregionali di opposizione - i piacentini Maurizio Parma (Lega)e Luigi Francesconi (gruppo della Libertà), con l'aggiuntadi Gianni Varani (Fi) - che hanno presentato un progetto dilegge regionale per chiarire una serie di obblighi e chepasserebbero in capo al nuovo soggetto, l'Asp (Azienda dei servizialla persona) piacentina, nel quale confluisce l'Ipab cui fanno capogli anziani ospiti di Santa Chiara. Finora le questioni eranoregolate con una vecchia legge dello Stato, la 394 del 1971. In essail complesso conventuale era stato conferito in proprietà aiSaveriani, ovvero la Pia società di San Francesco Saverio, ma conl'obbligo di destinare fino al 2065 una parte dell'edificio agliospiti anziani dell'Ipab, assicurando anche un contributo economicoe la manutenzione dell'immobile, oltrechè alle funzioni religiosenella chiesa annessa.
Nel tempo la presenza dei Saveriani èpraticamente cessata e tutto il complesso ha ora enorme bisogno dimanutenzione e restauri. Residenze e servizi per le ospiti dell'Ipabverrebbero trasferite in altra sistemazione in città giudicata moltofavorevole (un'ipotesi è via Gioia). Tuttavia sono da regolare ivecchi obblighi, assicurando la prosecuzione dei diritti d'uso dicui godeva l'Ipab, tenuto anche conto che la congregazione deiSaveriani ha ceduto a vari soggetti quanto di proprio competenza: lachiesa alla Diocesi e il resto alla Fondazione, fermi restando gliobblighi nei confronti dell'Ipab e dei suoi ospiti. La propostaperciò mira a regolare con legge regionale, viste le nuovecompetenze delle Regioni, ciò che prima era regolato con leggestatale, assicurando almeno fino al 2065 quei diritti di cui l'exIpab godeva e che vorrebbe continuare a godere fino a scadenza,sebbene le residenze siano collocate fuori dal complesso che andràrestaurato.
(guro)