Mercoledì 30 Gennaio 2008 - Libertà
Affreschi di Bot, iniziato il restauro
A palazzo Scotti, sede del Comune, lavori con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano
Carpaneto, riaffiorano i dipinti coperti nel dopoguerra
CARPANETO - A Carpaneto sono iniziati i delicati lavori per recuperare i dipinti eseguiti nel 1934 dal pittore futurista piacentino Bot (Barbieri Osvaldo Terribile) al piano superiore del palazzo Scotti, sede del Comune, nell'ampio locale che da alcuni anni è chiamato "salone Bot".
I lavori, avviati dal Comune con il contributo della Fondazione di Piacenza Vigevano, sono eseguiti dal decoratore-restauratore Daniele Nastrucci, che ha iniziato a scoprire i dipinti nella parete a sud, coperti con una mano di colore alla fine della seconda guerra mondiale in quanto inneggiavano al fascismo, in particolare alla marcia su Roma del 28 ottobre 1922.
Gli altri dipinti furono lasciati pressoché com'erano in origine. Questi dipinti a tempera sono noti come "aereopitture". Sul soffitto del salone, come si può vedere adesso, è raffigurato il globo terreste trafitto da un'asta con la bandiera tricolore; un'altra linea attraversa la terra con la scritta "La luce viene da Roma" e poi vi sono 6 figure stilizzate di aerei, in metallo, applicati al soffitto che partono da Roma, a ricordo della doppia trasvolata atlantica del 1933: impresa di risonanza mondiale compiuta dall'Aeronautica italiana, quando una squadra di 25 idrovolanti partiti da Orbetello arrivarono a Chicago e ritorno, al comando di Italo Balbo.
Sulle pareti della sala, a destra dell'entrata, attualmente si può vedere la raffigurazione della fine della prima guerra mondiale: la data del 4 novembre 1918, sopra un elmetto, una mano che stringe un moschetto, la corona della vittoria formata da un ramo di alloro e di quercia, l'arcobaleno sullo sfondo della catena delle Alpi. Proseguendo, si trova la doppia croce della campagna antitubercolare e, su una colonna, la statua del Balilla nell'atto di scagliare il sasso, la casa della Gil (Gioventù italiana del littorio). Poi un grande quadro con fabbriche, altiforni, ciminiere, una linea elettrica, un pagliaio, la tavolozza da pittore, descritta come l'Italia operosa. Più avanti, una affilata vetta con piccozza.
Sulla parete di fondo, ove sono iniziati i lavori di recupero, un'architrave che appoggia su due fasci con la scritta "28 ottobre" e accanto una selva di gagliardetti attorno ad un giovane fascista che alza la fiaccola con la mano sinistra e con la destra stringe il moschetto. Sulla quarta parete, i simboli dello studio e del lavoro. L'immagine del dipinto originario che tornerà visibile sulla parete dove sono iniziati i lavori si può vedere anche sul volume "Carpaneto e la Val Chero" di Luciano Montanari e Pietro Freghieri, pubblicato nel 2005. Quest'anno ricorre il 50esimo anniversario della morte di Bot, riportare i dipinti all'origine sarebbe anche un omaggio all'artista piacentino.