Sabato 26 Gennaio 2008 - Libertà
Si scrive Rigoletto, si legge Nucci
Municipale Entusiasmo e teatro esaurito per il debutto dell'opera verdiana: Oren sul podio, regia di Puggelli
Trionfo personale per il grande baritono, ma tutto il cast piace
Piacenza - Pienone di pubblico, applausi a scena aperta, grida di «bravo!» come se piovesse. E alla fine del secondo atto, tanto per non farsi mancare nulla, anche un bis di Sì, vendetta, tremenda vendetta, con gli acuti prolungati in "corone" a perdita d'occhio, come in certe rappresentazioni degli anni '50 in piazze liriche particolarmente focose. Il Rigoletto diretto dal maestro Daniel Oren alla guida dell'Orchestra Regionale dell'Emilia-Romagna e andato in scena ieri sera al Teatro Municipale (uno dei titoli di maggiore richiamo della stagione lirica piacentina curata dalla Fondazione Arturo Toscanini) ha avuto un trionfo più che annunciato.
E il primo beneficiario di un esito così trionfale è stato, naturalmente, il protagonista di questo allestimento dell'opera di Giuseppe Verdi: il celebre baritono Leo Nucci. Veterano per eccellenza della parte di Rigoletto, il grande artista bolognese nella replica di domani sera festeggerà un rimarchevole primato: la sua quattrocentesima recita nei panni del gobbo buffone del Duca di Mantova, deciso a uccidere il proprio signore per vendicare l'onore oltraggiato della figlia Gilda.
All'atmosfera di elettrizzata attesa che si respirava prima dell'apertura del sipario, Nucci ha risposto nel più eccitante dei modi, con un'interpretazione "mattatoriale", tanto sul piano vocale quanto su quello drammatico, che gli è valsa una pioggia di ovazioni a scena aperta (particolarmente fragorose quelle giunte al termine di Cortigiani, vil razza dannata e del citato Sì, vendetta) e il caldissimo tifo del loggione. Molti applausi sono andati anche agli altri due protagonisti, la Gilda del bel soprano Elena Mosuc e il Duca del tenore Francesco Hong. Ma c'è stata gloria per tutti: Maddalena del mezzosoprano Daniela Innamorati, lo Sparafucile del basso Enrico Iori, la Giovanna di Stefania Ferrari e la Contessa di Ceprano di Giovanna Beretta (artiste piacentine accolte dal caldo sostegno del pubblico "di casa") e il resto della compagnia di canto, formata da Carlo Striuli (Monterone), Enrico Marabelli (Marullo), Angelo Casertano (Borsa), Angelo Nardinocchi (Ceprano), Elena Borin (Paggio), Tommaso Novelli (usciere) e da quel bravissimo interprete collettivo che è, in ogni occasione, l'eccellente Coro del Municipale diretto da Corrado Casati.
Ha riscosso consensi, sia pure con qualche isolata perplessità fra gli spettatori, anche l'allestimento scenico, affidato a un regista "di nome" come Lamberto Puggelli, con le scene di Luisa Spinatelli, le luci curate da Fiammetta Baldiserri e i costumi di Artemio Cabassi: una messa in scena che incornicia nel momento drammatico in cui Rigoletto tiene fra le braccia la figlia morente l'intera azione drammatica vista in un flashback, mentre la spoglia scenografia e i costumi sospesi tra passato e presente concorrono a creare un effetto "sospeso" e onirico. A completare la festa - last but not least - è stato un direttore d'orchestra di inconfondibile (e incontenibile) personalità come Daniel Oren: il suo stile direttoriale "a tinte forti" ha, com'è noto, ammiratori e detrattori; ma i primi, ieri sera, erano in plebiscitaria maggioranza.
Il Rigoletto, con lo stesso cast della prima, andrà in scena al Municipale anche domani pomeriggio alle 15.30 (fuori abbonamento) e sarà l'occasione per Leo Nucci di spegnere le 400 metaforiche candeline dei suoi appuntamenti con Rigoletto. Ultima replica martedì 29 per il Turno B di abbonamento alle 20.30.
Alfredo Tenni