Venerdì 25 Gennaio 2008 - Libertà
Dalla prima pagina Insieme dall'Appennino al Po
Pensate a tutti quei giovani extracomunitari che vivono nella nostra realtà, pensate alle loro estati quando, terminate le scuole, si trovano a passare le giornate molto spesso soli, con scarse opportunità di incontro capaci di soddisfare i loro bisogni sociali. Pensate a tutti quegli anziani che non solo sentono il bisogno di vivere momenti di vacanza in luoghi più salubri ma che hanno l'esigenza di proseguire nella loro vita sociale.
Pensate a tutti quei giovani del mondo che sono attirati dalla nostra Italia, dalle sue bellezze, dalla sua cultura, dalla sua gente. Penso a tale proposito di poter rappresentare un testimonial affidabile in questo settore visto che da 25 anni (precisamente dal 1984) organizzo un progetto di aggregazione giovanile oggi sempre più internazionale (Festival Internazionale dei Giovani) a cui, a tutt'oggi, hanno partecipato circa 50 mila giovani provenienti da ogni parte del mondo.
A mio avviso, il valore aggiunto dell'impresa è che questi giovani che vi partecipano appartengono a Istituzioni Scolastiche, Scuole d'Arte e Associazioni Culturali e Sportive che a loro volta sarebbero molto liete di poter ricambiare la nostra accoglienza ospitando gruppi di giovani italiani nelle loro comunità. Tale affermazione la posso confermare anche in virtù dei numerosi viaggi che intrattengo ogni anno nei diversi luoghi dell'Europa da cui provengono principalmente questi giovani.
Tutti questi incontri, insieme allo svolgimento del nostro Festival, mi consentono di poter affermare che il successo dell'esperienza deriva da:
1. L'opportunità a loro offerta di visitare l'Italia soddisfacendo ad un desiderio in parte naturale e in parte inculcato loro dalle famiglie, scuole e associazioni culturali. Trattandosi di giovani artisti ciò è più che comprensibile.
2. La condivisione di un progetto: VIVAS (Vivere i Valori con l'Arte e lo Sport) la cui missione è favorire l'incontro fra i giovani e lo scambio fra le culture del mondo con l'intento di migliorare la comprensione e il rispetto reciproco in un clima di divertimento e di amicizia.
3. La sicurezza fisica e morale che hanno potuto vivere nella nostra realtà soprattutto grazie all'accoglienza della Casa Montagna e della Casa Parrocchiale di Ferriere.
4. La possibilità di poter presentare le loro culture ed il piacere di vederle riconosciute grazie ai diversi momenti di incontro con le nostre Comunità locali.
5. Il costo della loro esperienza che allora (grazie al partner Barilla) era gratuito e che oggi invece richiede, per un periodo di 2 settimane, l'esborso da un minimo di 50 ad un massimo di 175 euro cadauno a seconda delle loro possibilità economiche e ai costi del loro viaggio per raggiungere l'Italia.
6. Le facilitazioni burocratiche che garantiamo loro, grazie al Nulla Osta che ogni anno ci viene rilasciato dal Ministero delle Politiche Sociali (Comitato Tutela Minori Stranieri) che rappresenta un filtro molto ostico all'ingresso dei minori stranieri in Italia.
A tutte queste premesse così promettenti per la nostra realtà piacentina fa da riscontro una mancanza di convincimento sul valore dell'impresa, sull'opportunità di svilupparla, sul coraggio di intraprenderla.
Se penso al Turismo Scolastico il cui piatto forte sono le "notti da incubo" e penso ai centri estivi, ai centri diurni molto prolifici sia nelle nostre comunità che in tutta Italia e rifletto sulle potenzialità di cui dispongono e che le portano invece e troppo spesso (e non tutte) a svolgere il ruolo di parcheggio, mi viene da domandarmi se non sia il caso di impegnarci tutti a fare di più.
Ben vengano dunque gli inviti rivolti dal Presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Giacomo Marazzi, che invita le Associazioni ad unirsi in progetti condivisi, ben venga l'iniziativa della CISL che insieme alla Provincia di Piacenza intendono promuovere il Turismo Sociale a Piacenza purché tutte queste riflessioni e questi inviti non rimangano fini a se stessi ma trovino le volontà e le energie per poter operare insieme soprattutto perché si rivolgono agli stessi utenti e trovano strutture di accoglienza molto dignitose sparse un po' ovunque a partire dal nostro stupendo Appennino per arrivare al Grande Fiume.
Carlo Devoti