Giovedì 24 Gennaio 2008 - Libertà
Il turismo sociale parlerà piacentino
«Possiamo dare un grande contributo ad una storia tutta da scrivere»
La ricerca sul "Ts", in parte presentata domani alla Camera di Commercio, verrà pubblicata ad aprile in un libro e sarà al centro di un convegno Il progetto d'eccellenza è già una realtà: partita dal nostro territorio una ricerca nazionale curata da
Piacenza - Piacenza provincia leader nazionale per il turismo sociale, e sede di una Agenzia di promozione di questa nuova forma di turismo, emersa nell'ultimo decennio e feconda di nuovi sviluppi che proprio la nostra città potrebbe anticipare, colmando un vuoto. Il progetto d'eccellenza che coniuga politiche sociali e turismo, è ormai più di un'idea. È già una realtà.
Realtà perché da Piacenza è partita una ricerca nazionale sul turismo sociale, curata dal piacentino Giuseppe Magistrali, docente di Sociologia dei servizi sociali all'Università di Ferrara, esperto di politiche sociali, docente anche del Master universitario di sviluppo turistico dell'Università Cattolica di Piacenza. La ricerca - che sarà in parte presentata domani alle 11,30 alla Camera di Commercio - verrà pubblicata ad aprile in un libro, prima opera della collana di Politiche sociali inaugurata dall'Editrice Maggioli, e sarà al centro di un convegno nazionale sul turismo sociale, che si terrà a Piacenza in primavera. La ricerca è stata promossa da Cisl, Camera di Commercio, Provincia, Fondazione di Piacenza e Vigevano, e ha coinvolto studenti del Must di Piacenza, dell'Università di Ferrara, e gli operatori di turismo sociale formati dallo Ial.
«La storia del turismo sociale è ancora tutta da scrivere e il nostro territorio può offrire un contributo straordinario - spiega Magistrali - È la prima volta che si realizza una ricerca in cui si ricostruisce il fenomeno. La peculiarità dell'Agenzia di promozione che vogliamo creare è tenere assieme varie esperienze, sinora episodiche, di turismo responsabile, sociale, eco turismo».
Ci aiuti a definire il turismo sociale (Ts). «Su un primo livello è attento a non nuocere le persone e il territorio (sostenibilità). Su un secondo livello, valorizza i territori e le persone. Il terzo livello considera il valore terapeutico del viaggio».
Fruitori del Ts sono soprattutto persone in difficoltà?
«Dalle persone anziane, ai disabili, a chi soffre di malattie mentali, ai minori a rischio. In una scena del film "Qualcuno volò sul nido del cuculo" Jack Nicolson fa evadere gli ospiti del manicomio non per scappare, ma per andare a pescare. L'uscita si rivela la più grande esperienza terapeutica».
Nel vostro modello, tuttavia, il soggetto cosiddetto debole non è solo fruitore.
«È un quarto livello del Ts, che è anche erogazione: gli stessi operatori di turismo possono essere persone in difficoltà. Noi pensiamo ad un inserimento di soggetti deboli anche sul versante dell'offerta».
Parliamo del livello dell'offerta piacentina e dell'incoming. Quali opportunità?
«Il progetto dà l'occasione di ridisegnare il territorio piacentino in una nuova ottica. Alcune criticità andranno superate, come l'abbattimento delle barriere fisiche. Da valorizzare la già esistente rete degli agriturismi: un percorso di vie verdi che si apre per la prima volta a persone che hanno deficit fisici è una grande esperienza d'avanguardia. Sul nostro territorio è possibile la riscoperta di un turismo di comunità centrato sull'ospitalità presso le famiglie, i piccoli alberghi, gli ostelli; il camminare nella natura o negli antichi borghi, il condividere momenti di crescita con associazioni, gruppi locali di ambientalisti, cooperative di inserimento di persone svantaggiate».
Sul turismo educativo e gli scambi giovanili Piacenza non parte dal nulla.
«C'è la virtuosa esperienza di Casa Montagna che tiene assieme gli scambi giovanili, l'ecoturismo, il turismo responsabile internazionale. Altre esperienze in atto, finalizzate ad imparare le lingue, andrebbero arricchite offrendo ai ragazzi l'opportunità di una conoscenza profonda dei luoghi. Interessante sarà coinvolgere la rete delle Città amiche dei bambini».
A livello italiano ci sono già esperienze di Ts?
«Alla fine degli anni '90 nascono i "tour operator responsabili": Ram di Camogli; Pindorama di Milano; Viaggi e miraggi di Treviso; Viaggi solidali di Torino; Placet viaggi di Verona, che abbiamo indagato con visite, interviste in profondità ai responsabili, analisi della documentazione e dei siti Web. L'Agenzia di Piacenza terrebbe invece più aspetti assieme: anzitutto promuoverebbe sia l'incoming sul nostro territorio, sia la dimensione internazionale dell'outgoing».
Possiamo fare qualche esempio di outgoing?
«Viaggi che siano ponti di solidarietà con il Brasile. Uno dei nostri "sponsor" in questo senso è il piacentino don Luigi Mosconi, responsabile nazionale della pastorale delle comunità di base; o Angelo Zanré, direttore della Caritas del Nord est del Brasile. Lo scambio è reciproco: ci proponiamo di portare brasiliani a Piacenza».
Come si sviluppa l'idea di impiegare soggetti deboli come operatori?
«Un esempio: a 15 chilometri da Assisi, funziona l'ostello Tana libera tutti, dove il cuoco è in carrozzella, e la cameriera ha problemi psicotici. Si possono costruire cooperative di tipo B, che occupano soggetti con difficoltà, che operino nel settore turistico».
Quanto pesa il Ts oggi sui flussi turistici?
«Gli operator citati movimentano 1.500 viaggiatori l'anno, ai quali vanno ne aggiunti 3.500 fai - da - te. Teniamo presente che ancora oggi metà della popolazione europea è tagliata fuori dal diritto alla vacanza, sancito dalla Dichiarazione dei diritti umani dell'Onu. C'è un enorme mercato potenziale. C'è una fascia che se informata e rassicurata, diventerà l'utenza del turismo sociale».
Perché rassicurata?
«A volte si fraintende il turismo responsabile, come viaggio disagiato. In realtà non è un turismo di lusso, ma è turismo di qualità: la nostra idea è proporre viaggi che siano belli perché costituiscono un'esperienza di vita straordinaria».
Anche gli anziani aumentano nella ricerca del viaggio carico di senso.
«Il turismo moderno nacque nell'Ottocento con i Grand Tour, i viaggi che i giovani aristocratici facevano come esperienza formativa in Europa. Oggi ci sono i Grand tour degli anziani: in Italia sono 3 milioni i turisti anziani. Sono un terzo del mercato: un fenomeno in grande crescita che necessita specifiche attenzioni e politiche di riqualificazione».
DONATA MENEGHELLI