Giovedì 24 Gennaio 2008 - Libertà

Ricordare insieme per sconfiggere l'età

È partito alla Croce Bianca il progetto per anziani. Mercoledì secondo appuntamento

«Condividere i ricordi per accettare il trascorrere del tempo, per rendere la terza età una fase degna di essere vissuta ed ancora ricca di sorprese». Queste le parole con le quali Nicola Fiorillo, partner organizzativo del Progetto Mscs (mens sana in corpore sano), ha aperto l'incontro tenutosi alla Croce Bianca. «Gestire i ricordi e raccontarli, per mantenere viva la memoria e le persone che la custodiscono, è il bisogno -ha spiegato Laura Groppi, coordinatrice del progetto- che si percepisce nelle persone anziane con le quali entriamo in contatto, sia grazie ad interventi di volontariato, sia entrando nei circoli, il loro luogo di svago». I presenti, seduti in cerchio e guidati dalla volontaria Marina Schiavi, hanno iniziato ieri un percorso di condivisione di memorie. I temi discussi, dopo un primo momento di conoscenza reciproca, dove la timidezza è stata soppiantata dalla voglia di ognuno dei dieci partecipanti, tutti pensionati, di raccontarsi in modo aperto ed incalzante, sono stati eterogenei. Non sono mancati i riferimenti al modo di vivere attuale, «da quando sono in pensione eccomi diventata una nonna a tempo pieno», come si è definita Alda e sul trascorrere del tempo: «Le ore trascorse qui insieme con gli altri volano mentre a casa -ha detto Mariuccia- si dilatano». Una voglia di ricordare che parte dalla giovinezza per sedersi sui vecchi tram, «meno caotici e più funzionali degli attuali mezzi», ammette Lina. Ecco che durante l'incontro, basta un incipit, un particolare, per far emergere «2mila lire che ho ancora nel cassetto e che -ha raccontato Teresa- sono state il frutto dell'unico lavoro che ho svolto nella vita, a parte crescere quattro figli».Tante e diverse le voci che si incontreranno già mercoledì prossimo, nel corso della seconda riunione del progetto che, ha commentato Renzo Ruggerini, responsabile dell'evento, saranno raccolte, grazie al contributo della Fondazione, in un testo.

Chiara Cecutta