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Venerdì 18 Gennaio 2008 - Libertà

Ragazzi a lezione di archeologia

Presentata la nuova attività didattica di Palazzo Farnese per 40 classi delle scuole elementari e medie
Alla riscoperta dell'auditorium Santa Margherita

L'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant'Eufemia, è un luogo molto frequentato, in quanto abituale sede di conferenze e convegni; ma quanti possono dire di conoscere la sua complicata storia, a partire dalle tante tracce disseminate sulle pareti dell'aula dell'ex chiesa e nel piano sottostante? Con il passato di Santa Margherita, per arrivare a "riappropriarsi" più consapevolmente di un articolato capitolo della storia urbana piacentina, si confronteranno ora gli allievi di 40 classi delle scuole elementari e medie, in un percorso di avvicinamento al Mestiere dell'archeologo, la nuova attività didattica presentata ieri a Palazzo Farnese.
«Rientra in realtà in un progetto più ampio», ha premesso Annamaria Carini, archeologa dei musei civici. Protagonista dell'intera iniziativa, finanziata dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, è il complesso di Santa Margherita, restaurato tra il 1976 e il 1982. «Stiamo revisionando tutto il materiale di scavo venuto alla luce in quel periodo. La finalità è duplice: da una parte, l'esigenza di studiare i reperti, dall'altra, quella promuovere una maggior valorizzazione dell'edificio, le cui vicende si collocano tra il II secolo a.C. e la fine del XVII secolo, quando venne costruita l'attuale chiesa barocca. L'idea è di rendere meglio fruibile quest'area, mediante l'allestimento di una serie di pannelli e l'esposizione di una selezione del materiale qui rinvenuto».
La prima tappa di questo processo è stata individuata nell'attività con le scuole, per la quale «c'è sempre un elevato numero di richieste». La ragione del coinvolgimento delle giovani leve è anche un altro: «I bambini sono estremamente ricettivi. Educarli significa gettare le basi per la salvaguardia in futuro del nostro patrimonio». La realizzazione del progetto, curato da Annamaria Carini, si deve all'associazione Arti e Pensieri, presieduta da Micaela Bertuzzi, che ha anche fornito come supporto l'archeobox: una scatola da scavo, su tre livelli sovrapposti legati a siti archeologici piacentini: la necropoli del VI secolo a.C., a Pontenure, con doppio rito di sepoltura, per inumazione e incinerazione, che «forse ci indica la presenza alle porte di Piacenza di genti di origine etrusca»; l'angolo di una domus romana, dalla doppia pavimentazione, in cocciopesto e a mosaico; un'officina longobarda per la lavorazione del ferro, ritrovata nella zona di Pianello.
Sui tre strati di terreno, oggetti relativi ai diversi periodi permettono ai bambini di fissare meglio quanto imparato, anche grazie ai testi e alle schede dell'opuscolo didattico, in cui «Santa Margherita diventa un pretesto per affrontare un concetto base dell'archeologia: la stratigrafia». Naturalmente, emergono nelle pagine alcuni eventi chiave che hanno portato all'aspetto odierno dell'edificio, frutto di ripetuti interventi.
L'iniziativa è stata elaborata congiuntamente con la Fondazione, il cui presidente, Giacomo Marazzi, ha ricordato come la formazione resti uno degli obiettivi prioritari dell'ente. In questo caso, si aggiunge la possibilità di rendere fruibile ai visitatori materiale mai esposto prima e utile per capire cosa c'era lì, prima della trasformazione in auditorium.
L'assessore alla cultura Paolo Dosi ha evidenziato come i laboratori di introduzione all'archeologia si inseriscano nel programma più vasto di iniziative per le scuole organizzate, in collaborazione con il servizio formazione del Comune, alla Galleria Ricci Oddi, al museo di storia naturale e nelle altre sezioni del Farnese. A questo proposito, la direttrice Antonella Gigli ha anticipato il ritorno in primavera, nelle sale dei Musei civici, degli strani casi del dottor Whippet, il sabato e la domenica pomeriggio per i bambini e, novità di quest'anno, due serate con gli adulti per un Invito a cena con delitto.

ANNA ANSELMI

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