Lunedì 14 Gennaio 2008 - Libertà
«All'Hospice una fetta del tesoretto»
Piacenza - La proposta di utilizzare le risorse arriva alla vigilia della riunione in Comune sul progetto-bandiera
Carini (Legacoop): con 3,5milioni di euro si può costruire la struttura
PIACENZA - Torna nel vivo la gestione dei fondi del cosiddetto "tesoretto" nucleare e anche dal Comune capoluogo arrivano proposte concrete. «Facciamo dell'hospice una struttura veramente di tutti i piacentini: utilizziamo una quota del tesoretto di Arturo per dotare la nascente Fondazione dei finanziamenti necessari alla sua realizzazione». E' la proposta che lancia Marco Carini, presidente provinciale di Legacoop, l'ente che in questi anni si è fatto principale promotore della struttura destinata alla cura del dolore e all'assistenza dei pazienti terminali, in vista della riunione convocata per domani dal sindaco Roberto Reggi per riprendere il confronto con tutti gli attori coinvolti, anche a fronte della proposta presentata dall'Opera Pia Alberoni di cedere, a tal fine, un edificio in via Emilia Parmense e risorse (1milione e 500mila euro).Carini ricorda come il progetto dell'hospice abbia ottenuto il punteggio più elevato fra tutti quelli presentati nell'ambito del piano strategico "Vision 2020", e si richiama al dibattito in corso negli ultimi giorni sulla destinazione dei fondi elargiti dallo Stato al territorio piacentino, a titolo di risarcimento per la convivenza scomoda con l'impianto nucleare di Caorso.
«Sono d'accordo con quanti hanno sostenuto - spiega - che buona parte dei fondi del cosiddetto tesoretto di Arturo debbano contribuire al finanziamento di alcuni dei progetti strategici contenuti in Vision 2020. Se gli stanziamenti economici decisi a beneficio della nostra provincia hanno una funzione compensativa rispetto ai disagi, anche legati a preoccupazioni riguardanti la salute, arrecati dalla presenza della centrale nucleare di Caorso, allora io credo che il progetto con una maggiore attinenza al tema sia quello dell'hospice» sostiene il presidente di Legacoop.
«Per questo - prosegue Carini - la nostra proposta è che una quota di tesoretto, pari a 3,5 milioni di euro, necessaria alla costruzione della struttura di cura, sia destinata alla dotazione patrimoniale della fondazione hospice: l'organismo di garanzia, di indirizzo e di controllo delle risorse, capace di rappresentare l'intero territorio, che non siamo ancora riusciti a sbloccare per dare l'impulso decisivo al progetto. Dopo le legittime aspettative createsi negli anni, in questo modo potrebbe davvero trovare realizzazione una struttura nell'interesse di tutti i piacentini».
Quanto alla localizzazione del centro, Carini evidenzia come la scelta debba tenere conto in primo luogo delle finalità dell'hospice, pensato per alleviare il dolore attraverso le terapie palliative, e al contempo conferire piena dignità alla dimensione della sofferenza.
«L'hospice non potrà che caratterizzarsi - fa notare - come una struttura all'avanguardia dal punto di vista sanitario e dell'assistenza; è assai difficile pertanto che possa trovare spazio in un edificio già esistente da ristrutturare» afferma, alludendo evidentemente alla soluzione avanzata dall'Opera Pia.
«Noi riteniamo inoltre - aggiunge - che vadano scartate, per ragioni ovvie, localizzazioni in zone fortemente congestionate dal traffico veicolare cittadino e quindi condizionate dalla presenza di emissioni nocive alla salute. L'area della Madonnina, già individuata dal Comune, può ritenersi ottimale perché a debita distanza dalla frenesia e dall'inquinamento urbano».
«L'inaspettata fortuna del tesoretto - conclude Carini - e il dibattito che da più parti indica i progetti di Vision 2020 come quelli più meritevoli di essere sostenuti, possono avvicinare la soluzione degli ultimi nodi per l'hospice e il passaggio alla sua fase realizzativa».
red.cro.