Giovedì 10 Gennaio 2008 - Libertà
«Così i ragazzi diventano musica per gli occhi»
Prosegue il laboratorio del Tam: corpi come partiture reali. In attesa di Scabia
PIACENZA - Basta varcare le porte del Teatro di Filodrammatici per entrare nel Sogno: visioni oniriche, in cui le immagini si accompagnano alla poesia, le parole sfumano nella musica ed il teatro diventa luogo di confine tra realtà ed immaginazione, incanto e concretezza. Si chiama Aperto al sogno il progetto di residenza artistica della storica compagnia Tam Teatromusica al Teatro Gioco Vita e sostenuto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano nell'ambito del programma "Informazione teatrale": un'iniziativa che si inserisce nella stagione Tre per te del Municipale, organizzata dalla compagnia di Diego Maj in collaborazione con il Comune, ma che in realtà rappresenta molto di più di un excursus nel mondo del palcoscenico. «Aperto al sogno non è stata infatti solo un'occasione importante per accogliere ancora una volta a Piacenza la compagnia Tam Teatromusica - ha evidenziato Diego Maj durante la presentazione dell'iniziativa svoltasi al "Filo" - attraverso gli spettacoli, il laboratorio e i progetti dei prossimi giorni, sarà l'intera città con tutti i suoi abitanti ad essere coinvolta in un evento che intreccerà un proprio work in progress con lo spazio, in una compiuta sinergia di linguaggi visivi e musicali ed in compagnia di un gruppo da sempre incentrato sul modo di coniugare musica, danza e movimento».
Largo quindi alle performance, sospese tra immagine e suono, ai percorsi di ricerca permanente, alla sperimentazione affascinante ed ardita che prende il via dal palcoscenico e continua nelle strade, nelle piazze, alla scoperta del teatro ideale. Un assaggio al pubblico piacentino è già stato dato con la rappresentazione di Anima blu: non una semplice messa in scena, ma un'autentica immersione nel mondo iconografico di Chagall, attraverso un linguaggio sincronico i cui protagonisti sono il corpo e la presenza scenica, le immagini e la partitura che le guida. Ed ecco quindi espresse delle rivelazioni, dei momenti di evasione fantastica, in cui anche gli adulti possono recuperare una dimensione intima, lontana e troppo spesso silenziosa, quella legata all'infanzia; è questa la poetica della compagnia di Padova, fondata da Michele Sambin, che oggi la guida insieme a Pierangela Allegro e che ha presentato, proprio nel Teatro dei Filodrammatici, i progetti di Aperto al sogno che andranno in scena nei prossimi giorni. A trovare subito spazio è l'esperienza del laboratorio deForma, un'iniziativa «cominciata un paio di anni fa che ha saputo mantenere nel corso del tempo gli stessi partecipanti, ma aprendosi anche verso i nuovi interessati». Ma cosa rappresenta deForma? Non una scuola di teatro, ma un'officina nomade «in cui si concretizza il nostro modo di pensare il teatro» ha precisato Sambin, «in cui i corpi diventano note di una partitura reale, gli attori si trasformano in musica per gli occhi». L'esito finale è una performance, che proprio dal laboratorio trae il nome e che sarà portata in scena nel Teatro dei Filodrammatici domani e sabato alle 20.30, nell'ambito della rassegna Pre/Visioni: sul palcoscenico la logica del frammento che contiene il tutto e della forma come limite sottoposto a continue metamorfosi, in una dimensione di relazione ininterrotta con la musica. E a dare vita a questa simbiosi inedita fra corpo ed oggetto sono proprio i partecipanti al laboratorio, tutti giovani di Piacenza e provincia che hanno aderito all'iniziativa fin dai suoi esordi: Anna Alemanni, Lara Boselli, Roberta Bozzi, Alessandro Bruzzi, Giovita Caniggia, Tania Chiodaroli, Sabrina De Canio, Elisa Fantinati, Emanuela Fontana, Simona Fornari, Matteo Ghisalberti, Serena Groppelli, Sabrina Inzaghi, Francesca Laetana, Erika Ramirez, Graziella Rimondi e Maria Spelta.
«Ma deForma sarà anche una sorta di prologo - ha aggiunto Sambin durante la presentazione, che ha visto la partecipazione non solo dell'Allegro, ma anche dei due attori di Anima blu, Marco Tizianei e Flavia Bussolotto - che precederà in entrambe le serate lo spettacolo del poeta-maestro Giuliano Scabia».
In scena la quiete e i silenzi di un'Opera della notte, quella di un'anima misteriosa che «negli ultimi trent'anni è stata protagonista delle esperienze teatrali più interessanti» ha precisato Sambin, che accompagnerà il regista col violoncello, mentre l'Allegro si occuperà delle video tessiture sonoro-boschive. Presenze misteriose e poesie, spunti realistici ed il percorso di un cavallo di cartapesta che attraversa Piacenza ripreso da Maurizio Conca; e il sogno si conclude.
Betty Paraboschi