Lunedì 24 Dicembre 2007 - Libertà
«Il bullismo si previene in famiglia»
All'istituto comprensivo prosegue la collaborazione tra insegnanti e parenti degli studenti
Fiorenzuola, incontri coi genitori. E ora coinvolti i ragazzi
FIORENZUOLA - Si chiama "Nuovi passi" ed è il progetto realizzato all'Istituto comprensivo di Fiorenzuola per combattere disagio giovanile e bullismo. Curato dallo Ial (l'ente di formazione della Cisl di Piacenza), sostenuto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano con il contributo del Comune di Piacenza, il progetto ha coinvolto ben 34 insegnanti di scuole elementari e medie, e oltre 60 genitori, dell'Istituto comprensivo diretto da Carla Maffini, il più grande dell'intera provincia con i suoi 1.300 allievi, dai 3 ai 14 anni.
I 60 genitori hanno preso parte ai quattro incontri conclusisi nei giorni scorsi e tenuti dall'educatore professionale Alberto Genziani, sui temi "Il bullismo cos'è", "Bullismo cosa fare", "Le strategie possibili", "La collaborazione tra scuola famiglia e territorio". Una collaborazione iniziata già con gli incontri che hanno visto allo stesso tavolo, le famiglie e i professori e le maestre, capaci di mettersi in discussione, confrontarsi, capire le strategie di analisi e azioni migliori, nell'interesse dei ragazzi. Importante che non venga delegata alla scuola, la gestione del disagio giovanile, ma che anche la famiglia se ne faccia carico.
«Le ricerche che abbiamo condotto nella nostra provincia negli ultimi anni - dice Marco Maggi, curatore del progetto, formatore e membro della commissione contro il bullismo del Ministero della pubblica istruzione - hanno evidenziato come lo stile educativo della famiglia sia in grado di influenzare il fenomeno del bullismo, e naturalmente anche di combatterlo e prevenirlo». Le modalità utilizzate da Genziani per tenere il corso di quattro incontri con i genitori, sono state più che mai coinvolgenti: giochi di ruolo, schede di autosservazione, materiali video selezionati sull'argomento, lavori di gruppo. Le competenze di vita (life skills) come il senso critico, la capacità di comunicare, la gestione delle emozioni e dello stress, oggi non vengono trasmesse automaticamente ai figli, come avveniva in passato. «Le modalità di trasmissione tradizionali non funzionano più», dicono gli educatori professionali, che ritengono per questo preziosa la collaborazione di più figure educative: genitori, scuola, educatori. Il progetto "Nuovi passi" proseguirà ora coinvolgendo i ragazzi, lavorando con un campione significativo di 150 studenti (a cui se ne aggiungeranno altrettanti, per un lavoro di monitoraggio e osservazione). Saranno sei le classi direttamente coinvolte con ben 24 ore di intervento dei formatori, che attraverso giochi, discussioni, situazioni, aiuteranno i giovani a scoprire le relazioni di potere che ci sono in una classe, a gestirle, a imparare a comunicare e a relazionarsi con i propri coetanei.
Donata Meneghelli