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Venerdì 3 Dicembre 2004 - Libertà

Camera di Commercio, divampa la polemica sulle nomine dei consiglieri per la Fondazione

E' polemica sulle nomine effettuate dalla giunta camerale dei tre consiglieri per il parlamentino della Fondazione di Piacenza e Vigevano in fase di rinnovo (Vittorio Cavanna, Guido Palladini e Luigino Peggiani). In forte disaccordo sei associazioni di categoria che hanno dato vita ad un loro tavolo per l'imprenditoria (Api, Cia, Cna, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop). In una nota si parla dell'"inattendibilità" delle affermazioni fatte dal presidente Giuseppe Parenti in occasione del suo insediamento, là dove il neo-eletto dichiarava di voler essere il presidente di tutti e si cita una sua frase: "Spero sempre che tutti siano rappresentati in giunta, coloro che eventualmente non lo fossero, dovranno avere ovviamente maggior riguardo da parte del presidente".
Così non è stato, si osserva, e le sei associazioni non esitano a parlare di una "spartizione esclusiva dei posti di governo e di potere" in seno alla Camera di Commercio, finanziata però da tutte le imprese "Con questa scelta - scrivono le associazioni - alla quale è facile prevedere ne seguiranno altre dello stesso tipo e dello stesso segno, si assesta un ulteriore colpo alla possibilità di ricucire lo strappo che si era verificato in occasione della elezione della giunta camerale fra le organizzazioni di rappresentanza delle categorie economiche. Si riafferma nei fatti la volontà di escludere altre importanti rappresentanze del mondo economico dalla governance complessiva del nostro territorio".
Si parla, ancora, di una blindatura delle decisioni "estranea e contraria allo spirito e alla lettera della legge di riforma del sistema camerale dove, all'articolo 1 è detto che le camere di commercio sono enti autonomi di diritto pubblico che svolgono, nell'ambito della circoscrizione territoriale di competenza, funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese curandone lo sviluppo nell'ambito delle economie locali".
"Deboli e strumentali" vengono definite le ragioni che hanno condotto all'esclusione di Cooperazione, Api, Cia, Confesercenti e Cna, senza tener conto dei pesi effettivi, per esempio della Cooperazione e delle imprese aderenti alle associazioni escluse. La logica dell'alternanza dovrebbe riguardare il presente - si insiste - non il futuro. "Una presidenza e una giunta lungimirante e autonoma - conclude la nota - avrebbe colto questa occasione per svolgere funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese coinvolgendo nella designazione per i consiglieri della Fondazione le organizzazioni escluse dalla presenza in giunta camerale. Ne avrebbe guadagnato il sistema delle imprese e la stessa legittimazione e credibilità delle giunta".


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