Mercoledì 1 Dicembre 2004 - Libertà
"Il Mine? Ti fa vincere in volata"
onsegnati i diplomi del master nella network economy. Nuovi partecipanti da tutto il mondo. Giudizi positivi dei corsisti. "Qui tanti buoni maestri"
"Il Mine ti regala alla fine quello scatto in più degli altri che fa la differenza nel vincere la competizione, come con le macchine in corsa, ti dà una strategia aziendale, crea una rete di relazioni utili, di conoscenze da mettere a frutto fra i compagni e i professori, sempre disponibili. Il mio sito Internet, per esempio, me lo sono fatto da solo e poi quando mai avrei potuto lavorare in stage in una multinazionale come Glaxo?!". A due anni dal master Stefano Rabaiotti, piacentino, ora sistemato nell'azienda di famiglia che si occupa di distribuire elettrodomestici da incasso, torna alla Cattolica per salutare professori e amici del Mine e per brindare insieme alla nuova edizione presentata lunedì scorso.
A lui il master in management della network economy è servito per avere sguardo allargato e capacità di risolvere i problemi tecnologici della gestione aziendale, un sapere che difficilmente si acquisisce in altro modo e vale oro, al di là della laurea.
La quinta edizione del Mine inaugurata lunedì all'università Cattolica vede schierati ventuno nuovi studenti da tutto il mondo (età media 30 anni), molte le ragazze. C'è il giornalista nigeriano, l'esperta web filippina, il contabile sudanese e l'ingegnere elettronico di Ascoli Piceno. Anche un Piacentino: Fabio Chiappa, laureato in economia e commercio alla Cattolica. Un mix di etnie che si specchia nel corpo docente: trenta insegnanti provenienti da Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania, oltre che dall'Italia.
I nuovi ingressi si sono presentati ad una platea di autorità locali, parlando in inglese, e hanno raccontato, in un'atmosfera informale e divertente le loro motivazioni a scegliere il Mine piacentino, per dare uno scatto sostanziale alla loro professionalità. Contestualmente si è svolta l'abituale cerimonia di consegna dei diplomi o attestati di frequenza a chi ha concluso l'esperienza (tre i piacentini).
"Il nuovo gruppo è molto internazionale - ha osservato il direttore e "anima" del Mine, Domenico Ferrari - e formare persone di tutto il mondo è un vantaggio anche per il nostro territorio, questi manager quando tornano a casa si ricordano dell'Italia e diventano amici, possono privilegiare certi accordi rispetto ad altri, è una ricaduta anche per Piacenza". Ferrari ha quindi ringraziato chi sostiene il Mine: Banca di Piacenza che offre anche prestiti sull'onore agli studenti, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Camera di Commercio, Provincia e Isvor Fiat.
A salutare il nuovo master (dura circa un anno), Libero Ranelli, direttore di sede dell'università ed Enrico Ciciotti, preside della facoltà di Economia. Gianluigi Boiardi, presidente della Provincia, ha sottolineato l'importanza di uno strumento come il Mine per alzare l'indice di competitività di un territorio e Giuseppe Parenti, presidente della Camera di Commercio, lo ha definito "un fiore all'occhiello della formazione universitaria", destinato a radicarsi ma insieme a rendersi pienamente autonomo in futuro. "Un corso eccezionale per imparare l'innovazione - ha sintetizzato autorevolmente Luigi Dadda, premio Mine 2004 per il lavoro svolto nella diffusione delle tecnologie informatiche - perché in un momento storico di fortissima invenzione c'è anche il pericolo di cadere dalla torre di Babele e allora ci vogliono maestri capaci di fare le sintesi giuste".
pat.sof.