Martedì 18 Gennaio 2005 - Libertà
"In India batte il cuore di Piacenza"
Concluso il viaggio pastorale con l'équipe medica del professor Calza. Aiuti alle comunità colpite dal maremoto. Il vescovo: vi racconto l'ospedale dei bambini a Bombay
Il progetto "Un cuore per i bambini", l'associazione di volontariato presieduta dal vescovo Luciano Monari, ha raggiunto il proprio obiettivo. Il reparto di cardiochirugia all'interno dell'ospedale di Bandra, sobborgo di Bombay, realizzato anche grazie alla solidarietà dei piacentini, funziona a pieno regime e, solo nella scorsa settimana, ha operato al cuore 8 bambini indiani. A confermarlo è lo stesso presule di ritorno dal viaggio pastorale in India assieme all'équipe medica del Gaslini di Genova guidata dal professore piacentino Giovanni Calza.
Si tratta del terzo viaggio in India del vescovo Luciano Monari dopo quelli del 1986 e del 1995, il secondo da capo della diocesi. Pur essendo la costa colpita dallo tsunami distante da Bombay circa tremila chilometri, il maremoto ha fatto sentire le proprie conseguenze anche sull'immensa metropoli indiana, in molte delle tappe toccate dal presule. Gran parte delle offerte dell'associazione "Un cuore per i bambini" sono state consegnate alle suore del Pime (Pontificio istituto missioni estere) di Bombay che operano nelle zone colpite. "Le conseguenze del maremoto - spiega il vescovo - si sentono e si avvertono nelle persone, nel loro parlare, nelle domande che fanno. Durante i ritiri spirituali mi è stato chiesto come va interpretato lo tsunami, come lo si può mettere insieme alla misericordia ed alla provvidenza di Dio".
Il vescovo ha assistito personalmente ad alcune delle operazioni chirurgiche dell'équipe del professor Giovanni Calza entrando nella camera operatoria dell'Holy Family Hospital. In poco più di una settimana (tanto è durato il viaggio in India) i medici del Gaslini hanno operato al cuore otto bambini indiani. Monari si è intrattenuto con gli infermieri ed i sanitari dell'ospedale realizzato grazie alla grande volontà della piacentina madre Giovanna Alberoni. Il presule ha poi visitato la Casa della carità di Bombay che celebra il 25° anno dalla fondazione e che è gestita dalla medesima congregazione (le Carmelitane minori della Carità) che fa funzionare la comunità di accoglienza voluta da Monari nel Vescovado di Piacenza. A Bombay le suore ospitano circa 40 persone. "E' una testimonianza straordinaria - è convinto il presule - di come la dedizione agli ospiti sia capita da tutte le persone che aiutano nella casa, anche dai non cristiani. Regolarmente ci sono dei musulmani che danno una mano e tutte le domeniche un gruppo di Sikh fa da mangiare". Poi le suore Orsoline, forse il primo esempio di "cooperazione indo-piacentina". "Costituiscono una famiglia religiosa nata a Piacenza ma che ha ormai un numero di suore indiane superiore a quelle italiane - rileva Monari -. Tanto che la madre generale della congregazione, dopo suor Giovanna Alberoni, oggi è un'indiana. Penso che questo sia uno dei segni di speranza. Le Orsoline rappresentano una grande famiglia religiosa; proprio dalle energie che vengono dall'India ha avuto la capacità di rigenerarsi ed oggi ha chiaramente un futuro". Monari ha poi visitato un lebbrosario tenuto da un padre italiano. "La lebbra oggi si può curare - dice il vescovo -. Il problema più difficile da curare è l'emarginazione. Per questo il centro si chiama "clinica delle malattie della pelle". Il lebbroso, per il tipo di esperienza che fa, è in qualche modo una delle persona che ci aiuta a capire il senso della vita, della fragilità e della debolezza della condizione umana; ci mette di fronte alla morte inevitabile che fa parte del nostro cammino".
Il lavoro all'ospedale di Bandra, a questo punto, dovrà continuare su tre fronti: quello della formazione (anche se l'équipe dei medici indiani è in grado di operare da sola), dell'assistenza (un'équipe del Gaslini si recherà a Bombay una volta l'anno per dedicarsi ai casi più gravi) e dell'aggiornamento delle strumentazioni (la Tac, ad esempio, sta diventando troppo vecchia). Per questo è necessario che la gente continui a sostenere l'associazione "Un cuore per i bambini". Duplice il messaggio per i piacentini: "Questo è un esempio di progetto che permette agli indiani di divenire autonomi - dice il vescovo - con le competenze necessarie per far funzionare un reparto di cardiochirurgia infantile". Non solo. "L'attenzione a realtà come quelle dell'India ci aiuta a renderci conto - spiega Monari - che siamo una piccola cosa e che varrebbe la pena di riuscire a vedere i problemi che abbiamo in un contesto più ampio. Questo ci ridimensionerebbe un poco. L'India è uno dei grandi paesi con un futuro immenso davanti. In India si incontrano e a volte si scontrano praticamente tutte le religioni: dall'Induismo all'Islam, dai Sikh ai cristiani, dai buddisti ai parsi e via dicendo. La convivenza di queste esperienze è uno dei problemi grandi. Nonostante tutto, fondamentalmente funziona e quel Paese si appresta a diventare un laboratorio di convivenza tra religioni. Una prospettiva inevitabile anche per noi".
Federico Frighi