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Sabato 8 Gennaio 2005 - Libertà

Fondazione, ecco il nuovo "parlamentino"

Si avvicina il rinnovo dell'organismo e per la presidenza c'è chi insegue una "terza via" tra i nomi già emersi. I designati dagli enti pubblici: Rizzi, Borotti, Trambaglio e Iannelli

Molte conferme e tanti volti nuovi nel consiglio generale che dovrà eleggere il presidente. Mancano solo i consiglieri da cooptare
Il "parlamentino" è fatto, ora bisogna fare il presidente. La Fondazione di Piacenza e Vigevano si avvicina al traguardo del rinnovo. Ieri scadevano i termini per la designazione delle varie rappresentanze del consiglio generale previste dallo statuto. E dunque, le prossime due settimane (tanto dista, secondo le previsioni, la convocazione della prima riunione del nuovo consiglio) si può ben immaginare saranno dense di contatti diplomatici, incontri ai vertici delle forze sociali, politiche ed istituzionali per far emergere dalle nebbie il nome del presidente.
Con un patrimonio di tutto rispetto, i cui frutti vengono redistribuiti su Piacenza e Vigevano, l'ente di via Sant'Eufemia sta attizzando le concrete aspettative di larghe fasce sociali e del mondo politico (in tempi di "vacche magre" inevitabile pensare a questa cassaforte della comunità come ad un prezioso dispensatore di risorse). Da qui la delicatezza dell'operazione-rinnovo e della scelta dei consiglieri. In tutto, quest'ultimi, sono 25, ma tre verranno cooptati in un secondo momento dal consiglio, su proposta del presidente. Ed è il consiglio generale o di indirizzo ad eleggere la nuova guida.
Il quadro va completandosi Ai nomi già resi noti dei membri designati dalla Camera di Commercio (3), dai sindaci (3) e dal volontariato (3), si aggiungono quelli di altri "attori" indicati dallo Statuto perché compongano il puzzle del consiglio generale. Il Politecnico, ad esempio, ha rispettato i pronostici indicando il presidente uscente Gian Carlo Mazzocchi, mentre l'Università Cattolica ha optato per un avvocato milanese: Francesco Meneghini. La Diocesi di Piacenza e Bobbio ha fatto nuovamente cadere la sua scelta su Paolo Mazzoni così come l'associazione "La Ricerca" su Ermanno Rebecchi, in passato presidente delle Acli. Una riconferma anche dal Conservatorio "G.Nicolini" sulla figura del maestro Francesco Bussi. Il Comune di Piacenza ha deciso per l'imprenditore Augusto Rizzi (Rdb), una new entry e per la conferma di Stefano Borotti, mentre la Provincia scommette su una donna, la sola in un consiglio tutto al maschile, Laura Iannelli e su uno stretto collaboratore del presidente Boiardi, Ferrante Trambaglio.
Tutte riconferme per i quattro consiglieri che spettano a Vigevano: due scelti dal mondo del volontariato della cittadina lombarda (Vittorio Betassa e Angelo Grugo), un terzo dalla Diocesi (Pierangelo Ugazio) e un quarto dal Comune (Giuseppe Branca).
Una terza via? Ora si gioca la partita più grossa, quella della presidenza. Tanto si è detto, sul profilo del futuro "regista", meno sui progetti da sostenere, come ha notato qualcuno. Comunque sia, allo stato delle cose, i bene informati sostengono che, a proposito del presidente, non vi sarebbe una prevalenza netta di un nome su cui far convergere l'approvazione più larga possibile. Gian Carlo Mazzocchi, il presidente uscente, a suo tempo aveva lasciato trasparire la disponibilità se non il desiderio di un nuovo mandato per l'ente che da sempre guida. Poi nei rimescolamenti interni alle diplomazie piacentine sono prevalse altre scelte e sono emerse, recentemente, due candidature forti, confermate da tutte le indiscrezioni e ben supportate nelle stanze che contano, vale a dire quella di Giancarlo Bianchini, ex parlamentare democristiano negli Anni '80, presidente di Assofa, l'associazione di volontariato che assiste disabili, docente di economia all'Università di Modena. Figura ben accetta alle componenti istituzionali oltre che al mondo del volontariato. L'altra, per cui propende una fetta delle forze economiche, produttive e industriali è quella di Giacomo Marazzi, amministratore delegato di Cementirossi e attualmente nel Consiglio di amministrazione della Fondazione (che non è in scadenza). Ebbene, tra questi due nomi, che dividerebbero forse a metà le preferenze dei consiglieri, si sente dire che le leve istituzionali potrebbero orientarsi a puntare su una terza via, che metta d'accordo sia l'anima sociale sia quella "economica", ed eviti spaccature. Nessuno lo dice, ma il nome sarebbe quello di Augusto Rizzi.

Patrizia Soffientini

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