Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Martedì 4 Gennaio 2005 - Libertà

"Il Piano strategico? Non è morto"

Istituzioni e sindacati si interrogano sui rischi di declino. Copelli: puntare sulla Fondazione. Carini: entro gennaio si riparte. Agenzia marketing al palo

Il piano strategico per Piacenza partito nel 2000? Desaparecido. L'agenzia di marketing territoriale che doveva esserne il primo frutto? Un fantasma, non se ne parla più, non se ne vede traccia, ma pare che non si sia riusciti a nominare il direttore per penuria di fondi (ammontano ad una dote complessiva di 45mila euro). Il tutto avvolto in un silenzio che abbiamo voluto rompere con esponenti del mondo istituzionale e sindacale per capire su quali spiagge si è arenato il grande progetto di valorizzazione della provincia. E a sorpresa, la notizia: a gennaio si riparte.
"Morto il Piano? Assolutamente no" ribatte Ernesto Carini (assessore comunale allo Sviluppo Economico). E anche l'agenzia voluta da Comune, Provincia e Camera di Commercio "va avanti", sebbene non sotto i riflettori. Da metà gennaio "comincerà ad operare". Dopo le elezioni provinciali, il Comune vuol rilanciare il Piano ("si sono sempre tenuti i contatti con l'università") entro il 20 gennaio ("magari con un'assemblea più grande per vedere se sono maturate idee e progetti nuovi, per una iniezione di fiducia nel Patto"). E la barra di Palazzo Mercanti, spiega Carini punta diritta sulla logistica "intelligente" ("Non ho affatto paura che ci scappi di mano"). Ma inutile nascondere che problemi di elaborazione progettuale a lungo termine ci sono. E' di questo parere il vice-sindaco Anna Maria Fellegara: "Stiamo portando a compimento i progetti di mandato, ma dopo? Se pensiamo ai prossimi dieci anni dobbiamo tornare a progettare, a volare alto, facendo squadra, e il 2005 è l'anno giusto per ripartire". Esemplare il "respiro" dato da Torino al suo piano strategico: nato nel '90 si proiettava sul 2011. Per il vice-sindaco occorre ora riprendere il filo delle idee da mettere in campo, per esempio ancora non è stata individuata una vocazione della città: "Vogliamo puntare su cultura, musica, logistica o centri direzionali? Non sappiamo ancora "cosa saremo"". Da Palazzo Mercanti a via Garibaldi. L'assessore Alberto Borghi (Sviluppo economico) vuol rimettere in pista il piano strategico dopo che, fino ad oggi, la Provincia si è concentrata su alcuni grandi impegni da concludere: il piano del commercio, il piano rifiuti, il piano territoriale di coordinamento. In quanto al piano strategico "ci siamo visti con l'assessore Carini per riavviarlo, e alla prima riunione della giunta provinciale proporrò uno stage formativo per spiegare metodologie e risultati del Piano, che non è morto, anzi, resta la chiave per mettere insieme tante voci e perché enti ed istituzioni possano agire in sinergia". Se le istituzioni dichiarano buona volontà di tornare a far sistema con le forze sociali, chi più ha insistito per riprendere l'azione interrotta è Sandro Busca (segretario provinciale Cisl), visto che l'ultima riunione sul piano strategico è del febbraio 2004. "L'agenzia di marketing? Aveva un respiro più alto per promuovere il marchio di Piacenza, oggi è di piccola consistenza". In generale, per Busca il vero rischio è che la politica a livello centrale come sul piano locale, si chiuda in se stessa, nei suoi palazzi, rinunciando a condividere i problemi anche, ma non solo, con il sindacato su temi come il welfare, l'occupazione, le politiche per gli immigrati. Le convocazioni per i bilanci, una volta all'anno, "non bastano". "Vogliamo dare una sveglia alla città e ritrovare il gusto di lavorare insieme?!". E in questo ribollire di attese e di buone intenzioni, in questo deserto di risorse e sotto la mannaia dei tagli ai bilanci pubblici, c'è chi punta l'obiettivo su una cassaforte importante per i piacentini: la Fondazione. "Non è tanto il piano strategico quanto la sua filosofia ad essere fondamentale - sostiene Gianni Copelli (segretario provinciale Cgil) - con un 2005 davanti che non sarà "rose e fiori" e un'Italia a crescita zero, è importante per Piacenza far massa critica e trovare una sede di dialogo per le forze istituzionali, l'università, le forze sociali. Ritengo possa essere la Fondazione. Sarebbe sbagliato se la Fondazione continuasse a far le cose di prima, che erano egregie, ma oggi non è il tempo delle elargizioni a pioggia, l'ente deve proiettarsi nella dimensione economica, far da volano ai grandi progetti per Piacenza". Richiamo alla concretezza "alle scelte che mirano in alto" anche nelle parole di Massimiliano Borotti (segretario provinciale della Uil): dopo stagioni di elaborazione di piani per il territorio e di grande progettualità c'è la sensazione di essere fermi. Mancano risorse, è vero, "ma non ho visto neppure grandi sforzi dei privati". E il 2005 sarà un anno di grande evoluzione, per il quale occorrerà tenere ferme su tutto due priorità: l'ambiente e la protezione sociale. La Fondazione? "Parliamo dei programmi futuri, sono un po' nauseato di leggere solo interventi sulle caratteristiche del presidente...".

Patrizia Soffientini

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio