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Lunedì 28 Febbraio 2005 - Libertà

Spuntano foto sul pentagramma

Piacenza Jazz Fest - Al via martedì con la Jordan. Tra le mostre collaterali anche Vignola e Rigamonti. Diciannove miti negli scatti del piacentino Guglielmetti

Solo foto jazz. E' il titolo, davvero programmatico, di una pregevole mostra fotografica, basata su 19 intensi scatti in bianco e nero del fotografo piacentino Paolo Guglielmetti, che sarà collaterale al formidabile cartellone del Piacenza Jazz Fest 2005 (il festival organizzato dal Piacenza Jazz Fest coi Comuni di Piacenza, Fiorenzuola e Castel San Giovanni, il patrocinio della Regione e la collaborazione di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Fondazione Libertà ed Editoriale Libertà, che terrà banco in molte delle più importanti sale musicali della nostra città da martedì 1° marzo a domenica 17 aprile).
Le foto di Guglielmetti saranno esposte sotto i portici del conservatorio "Nicolini" nelle quattro serate del Piacenza Jazz Fest che lì troveranno ospitalità: martedì 1° marzo, con l'esibizione della celebre cantante americana Sheila Jordan col suo E.S.P. Trio e un quartetto d'archi; sabato 5 marzo, col Tributo a Joni Mitchell che vedrà protagonisti Maria Pia De Vito, Danilo Rea ed Enzo Pietropaoli; martedì 5 aprile con lo Stefano Battaglia Theatrum Trio; e, infine, sabato 9 aprile col trio del grande pianista Uri Caine.
Titolare di una ventina di mostre e autore di un bel libro fotografico (Orizzonti, pubblicato da Tip.Le.Co. con testi del direttore della galleria "Ricci Oddi" Stefano Fugazza), Paolo Guglielmetti, oltre che un artista dell'obiettivo, è quel che si dice un "personaggio": innamorato del jazz e del rock, il Nostro ha dedicato buona parte degli anni a cavallo fra i Settanta e gli Ottanta a battere i teatri, i club e le arene milanesi per cercare di catturare l'atmosfera, ingenua ed elettrizzata, dei grandi concerti-evento di quegli anni, oltre all'aura carismatica che circondava i loro protagonisti. E si è mostrato, soprattutto, un formidabile ritrattista di musicisti "in azione". Ciò fa sì, tra l'altro, che nel cassetto di Guglielmetti giaccia una delle più belle mostre fotografiche inedite (possibile che non si trovi una galleria disposta a scommetterci?) realizzate in Italia sulle star del rock di passaggio nel nostro Paese, con stupende "facce" di Lou Reed, Bob Marley, Crosby, Stills & Nash, persino il venerabile bluesman Muddy Waters. I suoi bellissimi ritratti di Joan Armatrading e della punk star Lene Lovich, oltre a quello dell'ex Matia Bazar Antonella Ruggiero, hanno arricchito il catalogo della sua mostra "Donne del tempo", ospitata dalla Ricci-Oddi nel 2004.
Fedele al proprio titolo, l'esposizione "Solo foto jazz" (corredata da schede su ogni artista redatte dal musicologo Giuseppe "Jody" Borea) immortala grandissimi jazzmen venuti "a miracol mostrare" al Palalido e al Teatro Orfeo di Milano una ventina di anni fa. Ci sono due tra i sommi numi del jazz elettrico che infiammò gli anni Settanta: il chitarrista virtuoso John McLaughlin, ascetico e concentrato mentre le sue dita e la sua mente intessono flamenco, musica indiana, ricordi classici, blues, rock alla Jimi Hendrix e "dalla sua chitarra esce il mondo intero"; e l'altrettanto virtuoso - ma così diverso a vedersi - bassista Jaco Pastorius, irruente e disperato, come se in ogni istante delle sue vitalissime perfomances fosse stato presago della sua tragica morte. Ma a bruciare, qui, sono soprattutto "gli ultimi fuochi" dell'incendio free jazz: ci sono gli Art Ensemble Of Chicago, allegri e fieri, col sax di Roscoe Mitchell a guidare il sabba; e c'è la "tromba nomade" dell'immenso e compianto Don Cherry, che dopo aver fatto la rivoluzione (sonora) con Ornette Coleman intraprese un viaggio infinito in Africa e in Asia alla ricerca di tutte le musiche del mondo. Ma a impressionare è soprattutto un'istantanea del ruggente saxofonista Archie Shepp, storico "duro" della rivolta nera, una specie di Malcolm X della musica: Guglielmetti lo ferma sulla pellicola mentre sta suonando così ferocemente che la saliva gli cola sul petto.
Il Piacenza Jazz Fest (che nella scorsa edizione mise in mostra le bellissime foto di Roberto Cifarelli) quest'anno associa, a quella di Guglielmetti, un'altra esposizione fotografica a ingresso libero: "Immagini da un festival", una "permanente" del fotografo Marco Rigamonti aperta da lunedì 4 a domenica 17 aprile, dalle 15 alle 19, alla galleria "15" sullo Stradone Farnese 15 e inaugurata domenica 3 aprile alle 15.30 con un concerto del chitarrista Simone Guiducci e del fisarmonicista Fausto Beccalossi, cattura le espressioni e i gesti dei protagonisti del Piacenza Jazz Fest 2004. E' una mostra, insomma, in cui il Jazz Fest racconta se stesso.
Ad aprire questo cammino sarà, il 14 marzo alla galleria "15", la mostra "Everything's Jazz", con i disegni di Adriano Vignola esposti fino al 31 marzo.

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