Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
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Domenica 27 Febbraio 2005 - Libertà

Fondazione, consiglio al completo

Il parlamentino a 25 è fatto. Il 7 marzo si elegge il presidente (candidature ancora non ufficiali). Ok a Luigi Cavanna, Giorgio Reggiani, Roberto Bellazzi

E Vigevano conquista un consigliere in più rispetto ai quattro iniziali. Sembra rimanere un blocco sul nome del presidente

Non c'è stato bisogno di molto tempo per arrivare all'inserimento degli ultimi tre membri del consiglio generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Contro le previsioni, la votazione ieri è scivolata via veloce, e quando succede così significa, nove volte su dieci, che gli accordi sono stati fatti fuori dall'aula. I ventidue consiglieri designati da vari enti e realtà sociali hanno scelto, tecnicamente si dice cooptato, i piacentini Luigi Cavanna e Giorgio Reggiani, e il vigevanese Roberto Bellazzi.
Luigi Cavanna, primario oncologo (già nel precedente consiglio) è stato l'unico a raggiungere l'en plein dei voti. L'avvocato Giorgio Reggiani, che fu sindaco di Travo, è una new entry (ha ricevuto un largo consenso con 20 voti) come pure Roberto Bellazzi, medico chirurgo vigevanese, che ha prevalso, con 12 preferenze su Sandro Molinari (11), rimasto escluso insieme a Felice Fortunato Ziliani e a Giovanni Ambroggi. Ora il parlamentino è al completo e sarà chiamato ad eleggere, il 7 marzo prossimo, il nuovo presidente della Fondazione (nel frattempo, l'ente di via Sant'Eufemia ha continuato regolarmente a lavorare e a procedere nelle erogazioni). Questo completamento dell'organo generale è avvenuto con votazione segreta nell'urna e con possibilità di esprimere al massimo tre nomi. Tali regole di voto sono state adottate dopo un certo lavoro svolto dalla commissione costituitasi per questo scopo (ne facevano parte Gian Carlo Mazzocchi, Augusto Rizzi, Marco Bergonzi, Vittorio Cavanna). Il passo di ieri era molto atteso dagli osservatori sociali e politici. La Fondazione ha un patrimonio ragguardevole (800 miliardi di vecchie lire) e, in tempi di scarsi trasferimenti dello Stato, appare a molti come una "cassaforte" fondamentale per garantire liquidità ai grandi progetti sulla città. Detto questo, la prima evidenza che salta all'occhio è che Vigevano ha conquistato un consigliere in più rispetto ai quattro che aveva, oggi sono cinque. E la città lombarda si porta a casa una vera vittoria. Con il 12 per cento del patrimonio è arrivata ad avere il 20 per cento della rappresentatività, forse spuntata su qualche divisione di troppo dei piacentini in vista dei giochi ancora apertissimi per la presidenza. I bene informati hanno sempre parlato di uno schieramento diviso a metà tra le candidature emerse, contese da un raggruppamento più "economicista" e da uno a vocazione "sociale". Ebbene, chi ne capisce dice che la una situazione è ancora bloccata (però nessuno vuole un presidente eletto sul filo di lana), ma con un'incertezza in più legata forse alla posizione di singoli consiglieri, per esempio sul versante della Curia. Chi vede favorito l'imprenditore Giacomo Marazzi, amministratore delegato di Cementirossi, sostenuto in primis dalla Camera di Commercio. Chi lo nega, per spingere l'acceleratore sul docente Giancarlo Bianchini, presidente Assofa, preferito dal volontariato. Gli altri nomi emersi dal calderone delle indiscrezioni sono quelli dell'imprenditore Augusto Rizzi e ancora del presidente uscente Gian Carlo Mazzocchi. Ma, paradossalmente, non c'è agli atti in Fondazione nessuna candidatura ufficiale, né relativi curriculum. La procedura appare davvero lacunosa. Si scopriranno le carte solo il 7 marzo? Pare di sì, con buona pace di chi auspica, per simili ruoli, assoluta chiarezza di posizioni.

p.s.

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