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Venerdì 25 Febbraio 2005 - Libertà

Berzolla, il gioco tra sacro e profano

Presentato alla Fondazione di Piacenza e Vigevano con docenti, musicologi e compositori. "Ludus", il cd dell'organista e compositore piacentino

"To play", "jouer", "spielen". In molte lingue il verbo suonare si confonde con giocare, una compromissione linguistica non casuale che evoca legami sotterranei non banali. E Ludus, gioco in latino, è il titolo dell'ultimo lavoro di Massimo Berzolla, valido organista e compositore piacentino, presentato l'altra sera alla Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Questo pregiato cofanetto, edito dall'etichetta Bottega Discantica di Milano, contiene, oltre ad un ricco e dettagliato libretto, due cd di oltre 70 minuti di musica ciascuno: il primo con musica strumentale cameristica, il secondo con musica sacra vocale e organistica. All'interno del libretto Berzolla ha precisato la sua personale lettura del termine "Ludus" offrendo in questo modo al pubblico una chiara visione di sé e della sua poetica, come giustamente ha colto Gian Paolo Minardi nella Prefazione al cd: "Non è difficile intravedere il profilo di un autoritratto, indiretto anche se dai lineamenti ben incisi, nel testo con cui Berzolla si è proposto di chiarire il senso di "Ludus" che dà il titolo a questi due cd".
Berzolla precisa che il termine "Ludus" fa riferimento a due aspetti fondamentali del comporre: da una parte l'atteggiamento libero del gioco del bambino su cui interviene l'atteggiamento adulto dell'artigiano, il quale pur divertendosi nella realizzazione dell'opera, deve essere soddisfatto del risultato finale. Nella musica l'aspetto formale è una preoccupazione costante: "Non esiste gioco senza regole, anche se si può giocare ad infrangerle" specifica Berzolla. Dall'altra l'atteggiamento interiore: la gratuità, l'aspetto sociale, la spiritualità, la necessità personale di continuare a scrivere musica e proporla ad interpreti ed ascoltatori perché il gioco non diventi fine a se stesso e si inaridisca.
Al tavolo dei relatori erano presenti Gian Paolo Minardi, docente di storia della musica moderna all'università degli studi di Parma, Francesco Bussi, musicologo, Glauco Cataldo, compositore. Mancava invece Giovanni Acciai, direttore di coro, assente per un imprevisto.
La serata è stata introdotta dall'esecuzione di due pagine contenute nel cd. Ha aperto Pietro Tagliaferri percorrendo mirabilmente le cangianti sfumature timbriche e sonore nell'interpretazione di Calamus per clarinetto solo. Il titolo è un omaggio al progenitore del clarinetto e l'opera si sviluppa in tre movimenti: la Ciaccona, occasione per un'esplorazione delle risorse timbriche del clarinetto, l'Aria con la sua lirica distesa e il virtuosistico e accattivante Finale.
Il pianista Paolo Zannini ha interpretato con energia e concentrazione Suite sweet home in cui il gioco di suoni del titolo richiama l'elemento ludico, l'apparente divertimento che sottende a visioni e considerazioni molto più complesse. Così Berzolla attribuisce una doppia titolazione ai movimenti e l'Ouverture è The reinforced door (La porta blindata), lo Scherzo - The Kitchen (La cucina), il Ricercare - The Library (La libreria), il Cantabile - The Bathroom (Il bagno), la Berçeuse - The Bedroom (La camera) e il Fugato - The Back Door (La porta di servizio).
Tagliaferri e Zannini sono anche gli interpreti delle registrazioni del cd che vede riuniti molti nomi di artisti piacentini, alcuni dei quali presenti l'altra sera in sala.
I relatori sono quindi intervenuti portando ognuno il proprio contributo per concentrare l'attenzione sul tema della tavola rotonda: La musica oggi. Conversazione sulla musica contemporanea. Un argomento ampio, articolato, intricato e attuale. Minardi, nella sua introduzione, ha tracciato a grandi linee le correnti musicali e gli elementi che hanno caratterizzato il Novecento a partire dalle opposte posizioni di Schönberg e Stravinskij fino alle sperimentazioni sonore di Cage e Varèse, non dimenticando la ricerca spirituale di Pärt e di Stockhausen.
Bussi ha riportato la prospettiva su Piacenza ricordando le figure che maggiormente hanno segnato la storia della musica del Novecento piacentino: Zanella e Ferranti nella prima metà del secolo, Zanaboni e Cataldo dalla seconda metà ad oggi, fino alla generazione più giovane incarnata appunto da Berzolla, Catelli, Garilli e Rettagliati. Bussi, come Minardi, ha elogiato la padronanza musicale di Berzolla, l'essere artigiano di cui si parlava prima, il suo ruolo di organista impegnato nel servizio liturgico che lo rende sempre attento alla forma, la sua scrittura scarna che non si piega alla facili lusinghe della moda, ma che si muove sempre nella direzione della ricerca.
Cataldo si è inserito nel discorso chiedendosi, per primo da compositore, per chi oggi si scrive musica. Si può vivere con il mestiere di compositore? Che valore ha il pubblico? Stimoli suadenti e interessanti che, insieme ad altri affrontati lungo la serata, aprono molteplici prospettive che meriterebbero più spazio per ulteriori approfondimenti da parte degli stessi protagonisti.

Marta Gobbi

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