Giovedì 24 Febbraio 2005 - Libertà
Torna la Fracci con Maria Stuarda
Sabato e domenica al Municipale due matinée, regia di Menegatti
Al "Municipale" torna Carla Fracci con Maria Stuarda. Sabato e domenica, per il secondo appuntamento con la Stagione di Balletto al Teatro Municipale curata, come la Stagione lirica e quella sinfonica, dalla Fondazione Arturo Toscanini. Protagonista il corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma diretto da Carla Fracci, che stavolta presenta Maria Stuarda ultima notte, fantasia ideata da Beppe Menegatti che ha preso ispirazione dalle cinque liriche scritte da Maria Stuarda e musicate da Robert Schumann. Oltre all'originalità del balletto rappresentato, c'è anche la novità che entrambe le rappresentazioni andranno in scena al pomeriggio alle ore 15.30. Inoltre la recita di sabato riveste un carattere speciale. Infatti, promossa dall'assessora al Teatro Giovanna Calciati in collaborazione con la Fondazione Toscanini, in occasione del bicentenario del Municipale, è stata dedicata alle scuole di danza piacentine le cui allieve pagheranno il biglietto d'ingresso soltanto 3 euro. Il cast vede in scena Carla Fracci che recita le poesie scritte da Maria Stuarda, Alessia Barberini (nel ruolo di Elisabetta d'Inghilterra), Alessandro Riga (il re di Francia), Riccardo Di Cosmo (Darnley), Alessandro Molin (Riccio), Guido Pistoni (Bothwell), Mario Murri (Leicester) ed il soprano Simona Bertini. Le coreografie sono di Wayne Eagling, scene e costumi di Raimoda Gaetani, la regia di Beppe Menegatti, Alessandro Santini ha disegnato le luci. Dirige l'Orchestra Filarmonica Italiana Francesco Sodini. Maria Stuarda, ultima notte, fantasia ideata da Beppe Menegatti, ripercorre il tragico viaggio della vita di Maria Stuarda che ha origine nella sua rapidissima ascesa alla condizione della massima potenza terrena: a sei giorni regina di Scozia, a sei anni fidanzata d'uno dei più potenti principi d'Europa, a 17 anni regina di Francia. Vedova giovanissima di Francesco II dovette abbandonare la raffinata corte francese per recarsi nella selvaggia Scozia dove, sovrana cattolica fra i protestanti. Subito il sogno svanisce e interviene la delusione, la realtà d'una condizione che le impedisce di essere semplicemente se stessa, ma solo e sempre parte e oggetto di un gioco d'interessi. La bruciante passione amorosa la trascinò in un gioco fatale. Dapprima il matrimonio con Henry Darnley le alienò in parte le simpatie dell'aristocrazia. In seguito, l'uccisione del marito in una congiura di palazzo e l'impulsivo matrimonio con il presunto assassino, la costrinsero ad abdicare e a fuggire in esilio. Raggiunto l'anglicana Inghilterra, Maria cercò protezione presso la cugina Elisabetta I. Le due donne però erano divise da contrasti religiosi e rivalità dinastiche. Inoltre Maria era bella, affascinante e passionale; Elisabetta volitiva, virginale e completamente dedita al servizio della ragion di stato. Nell'inevitabile conflitto Maria fu schiacciata dalla personalità della cugina che l'accusò di alto tradimento e prima la condannò a un ventennio di prigionia, poi la fece giustiziare. Lo spettacolo, prendendo avvio dalle cinque poesie scritte da Maria Stuarda e musicate da Robert Schumann, ci conduce a scoprire la dimensione umana delle due protagoniste, donne di statura eccezionale che si fronteggiano con armi subdole e sleali, spiandosi con gli artigli in un agguato in una battaglia tra felini, fino al momento aspro e tagliente della tragedia finale. La lirica che dà principio allo spettacolo fu scritta da Maria la notte tra il 7 e l'8 febbraio 1587, giorno della sua esecuzione, ed è proprio questa Preghiera ad aver ispirato a Beppe Menegatti il sottotitolo della Fantasia, "Ultima notte".
v. d. m.