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Giovedì 10 Febbraio 2005 - Libertà

Nasce a Piacenza un polo scientifico di valore nazionale

Piacenza ha calato i suoi assi: tre super-laboratori e un centro di trasferimento tecnologico. Tutti finanziati dalla Regione Emilia Romagna (con poco meno di tre milioni di euro), tutti di altissimo profilo.
Stanno nascendo nella nostra città dei luoghi di ricerca e di servizio pubblico-privati rivolti al mondo delle imprese e dell'agricoltura. Hanno un valore potenzialmente nazionale e sono parte di un vasto disegno emiliano-romagnolo per contrastare il declino industriale, per rendere le imprese più competitive e innovative su prodotti e processi in un mercato mondiale oggi quanto mai aggressivo.
Un orgoglio, ma anche un'enorme responsabilità per chi deve condurli in porto e farli crescere. Ieri all'Auditorium Sant'Ilario le istituzioni, le università, le forze economiche hanno presentato questi piccoli "gioielli" alla città, presente Duccio Campagnoli, assessore alle attività produttive della Regione. E proprio Campagnoli, tirando le somme del contributo piacentino alla rete di laboratori, ha parlato di un vero "polo scientifico" di primo piano che arricchisce tutta la regione. "Anche da qui - ha aggiunto - passerà il rinnovamento del nostro sistema industriale".
"Lanciamo un appello perché il maggior numero possibile di soggetti entri in questo piano di ricerca - esordisce il vicesindaco Anna Maria Fellegara, "regista" nei mesi scorsi della nascita dei laboratori su cui si era speso anche l'ex assessore Marco Elefanti - è un appello specialmente alle imprese perché aderiscano. Il Comune, da parte sua, agevolerà il più possibile questi strumenti che terrà sotto controllo, saremo un arbitro benevolo".
Dunque, si parte. Con consorzi e aggregazioni miste (università, imprese, enti) e grazie al decisivo aiuto della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Entro giugno è certo il decollo del laboratorio per la meccanica avanzata e di quello sull'energia, tempi brevi anche per l'Innovation Center e il centro del telerilevamento nell'industria meccanica per l'agricoltura di precisione. In tutti figurano esperti consolidati ma anche giovani ricercatori. Per ciascuna realtà ha parlato il più alto responsabile.
Stefano Consonni, direttore della sede piacentina del Politecnico di Milano, racconta Ecate, il laboratorio di efficienza e compatibilità ambientale delle tecnologie energetiche che sta per sorgere nell'ex centrale Emilia. Si occuperà, tra l'altro, di ricerche per la mitigazione dell'effetto-serra, di generazione dell'energia termica e di elettricità dalle biomasse, rifiuti e combustibili, allargandosi anche al nucleare innovativo. Michele Monno (Politecnico) descrive l'ormai famoso Musp, laboratorio per lo studio delle macchine utensili e dei sistemi di produzione, che conta sull'appoggio di una associazione nazionale come Ucimu, oltre a convogliare l'interesse di numerose aziende locali di primo piano ("per vivere avremo bisogno di 500mila euro all'anno di commesse"). L'Innovation Center, il centro di trasferimento tecnologico spinto da Assoindustria e che si costituirà come associazione temporanea di scopo, è forse la realtà più direttamente connessa con le imprese e spazia - ha spiegato Domenico Ferrari (Cratos, Università Cattolica) dall'agroalimentare all'energia e alla meccanica, dall'edilizia (citata anche la proposta di Augusto Rizzi per soluzioni impiantistiche innovative a risparmio energetico nei complessi edilizi residenziali) al software, specie utilizzato per fini di miglior organizzazione dell'impresa.
E l'agricoltura è stata infine ben rappresentata dal Citimap illustrato da Luigi Stefanini (Azienda sperimentale Vittorio Tadini). Uno strumento tecnologico come il telerilevamento entra con forza nell'industria meccanica per l'agricoltura. Con questi strumenti si concima, irriga e diserba in modo mirato, diminuisce l'uso di fertilizzanti e fitofarmaci, si migliora l'agricoltura intensiva, si ottimizzano le risorse irrigue.

Patrizia Soffientini

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