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Giovedì 31 Marzo 2005 - Libertà

Bergia ripercorre la grande lezione di Einstein

"I mercoledì della scienza": ieri in Fondazione conferenza del docente universitario

La preziosissima lezione del fisico tedesco Albert Einstein (1879-1955) contiene potenzialità tuttora inespresse che l'attuale tecnologia può solo implementare. La "teoria della relatività" elaborata da Einstein tra 1905 e 1916-17 è, infatti, una costruzione di assoluto rigore logico e micidiale intuizione destinata, sin dall'esordio, a riscrivere la fisica moderna. E proprio quest'anno per celebrare importanti ricorrenze - mezzo secolo dalla morte di Einstein, un secolo dalla stesura dei suoi celeberrimi postulati nonché "anno mondiale" della fisica - I mercoledì della scienza organizzati dal Dipartimento di matematica e fisica del liceo Respighi e dall'Associazione Amici del medesimo istituto dedicano al genio di Ulm una conferenza. Ieri, alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, Silvio Bergia dell'università di Bologna, in "Ad un secolo da quel fatidico 1905: qualche risposta alla domanda "che cos'è (e che cosa non è) quella che chiamiamo teoria della relatività", ha illustrato importanza storica e metodologica di quel contributo anticipandocene alcuni contenuti. "Il 2005 è l'anno mondiale della fisica e ricorre anche il centesimo anniversario di quando il ventiseienne Einstein pubblicò cinque articoli basilari per lo sviluppo della fisica nel XX° secolo. Fra questi L'elettrodinamica dei corpi in moto (o movimento) che ha posto le basi della "teoria della relatività ristretta". E' riduttivo dire che si festeggia quest'anno il centenario della relatività perché Einstein scrisse altri articoli che non hanno niente a che fare con quella tematica. Oggi alcuni concetti sulla relatività ristretta sfuggono al grande pubblico: innanzitutto non si tratta di una teoria filosofica come molti sembrano o continuano a pensare, una teoria inventata da questa mente strana secondo cui tutto finisce per essere relativo. Niente di più fuorviante di questo! Se qualche filosofo l'ha interpretata in questo modo, non era certamente dei più preparati. E' una teoria fisica che potremmo definire delle "alte velocità" perché le velocità in gioco sono confrontabili con quella della luce nel vuoto, velocità limite che non può essere né raggiunta né superata da qualunque corpo materiale. Si tratta, più che altro, di un capitolo della fisica e vorrei infatti mostrare i risultati di esperimenti che provano che esiste quella velocità limite che ci costringe a ripensare tempo, dinamica e moto dei corpi soggetti a forze viste come cause e che ci ha obbligato a conformarci ad un quadro generale per quanto riguarda altri capitoli della fisica". Come sempre un relatore brillante, dunque, in grado di spiegare con estrema chiarezza una delle più complesse problematiche delle fisica contemporanea, soprattutto coinvolgere didatticamente il grande pubblico perché la teoria della relatività ha un valore imprescindibile ed universale, è quasi una costante ineliminabile del nostro sistema, un patrimonio culturale collettivo.

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