Venerdì 15 Luglio 2005 - Libertà
Carmen, una zingara al castello
Vigoleno - Stasera nel borgo medievale l'anteprima a inviti del capolavoro di Bizet. Domenica la "prima". Repliche il 19 e il 22. Le giovani danzatrici e le atmosfere di Siviglia
Vigoleno come Siviglia: stasera il castello del borgo medioevale si trasforma nella Spagna immaginata da Bizet per la sua Carmen. Prima ancora che un sito geografico, il luogo delle passioni, dell'istinto e dei conflitti primari: Amore e Odio, Libertà e Legami. L'anteprima a inviti del capolavoro di George Bizet verrà messa in scena alle 20,30. Tre invece le date del cartellone dell'Estate musicale nelle Terre Verdiane, promossa dalla Fondazione Toscanini in collaborazione con la Provincia, i Comuni di Piacenza e di Vernasca e il Castello di Vigoleno: la prima sarà domenica alle 21,30, le due repliche martedì 19 e venerdì 22 alla stessa ora.
La fatale storia della gitana, quattro atti su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy (tratto a sua volta dal romanzo di Merimée), è un'opera comique, con le parti recitate alternate a quelle musicali. Se la direzione d'orchestra è affidata al maestro Julian Kovatchev, allievo di Herbert von Karajan, la regia teatrale è firmata da un big dell'opera: Beppe De Tomasi, assistito qui da Renato Bonajuto, con la scenografia di Carlo Centolavigna, i costumi di Artemio Cabassi e le luci di Fiammetta Baldiserri.
Lo incontriamo prima delle prove generali, mentre sta controllando che tutto sul palco funzioni a dovere, per far sì che il mastio di Vigoleno torni a nuova vita: ridimensionato rispetto agli anni scorsi, il palco è più raccolto. Anche i posti a sedere sono diminuiti, ma comunque numerosi: 690 per la precisione, e c'è già il tutto esaurito per le tre serate.
Quali scelte ha adottato per la scena?
"La scenografia è bella e tradizionale. La Carmen in realtà è un'opera di masse e qui lo spazio era ridotto. Così abbiamo optato per un coro statico: sarà tutto vestito di nero, e posto sul fondo, visibile solo quando si apriranno le pareti mobili.
L'opera quindi, il suo movimento, la fanno le ballerine e i mimi. Il coro, come quello greco, farà da commento. La scelta di stare nelle linee essenziali è legata anche al fatto che in queste stagioni estive purtroppo spesso piove" (sorride, il maestro, che ha diretto in questi giorni la Tosca a Villa Pallavicini di Busseto, con due serate di pioggia e finalmente la seconda replica eseguita per intero).
Lo spettacolo all'aperto: una risorsa o un limite?
"Io ne ho fatte tante di opere all'aperto: per anni a Macerata e a Torre del Lago. Spero di arrivare anche a Verona. Indubbiamente l'opera all'aperto ha dalla sua la grandiosità, ma non permette i trucchi che può avere l'opera al chiuso".
Qui un ruolo importante è affidato alle danzatrici, tutte giovanissime.
"Esatto: oltre alla danza vera e propria (la danza boema di Carmen al secondo atto), le scene sono interamente mimate e ballate: abbiamo portato sul piano visivo ciò che in concomitanza viene cantato dal coro. Quanto alla giovane età delle danzatrici, questa è proprio un'opera che profuma di gioventù, bellezza e sensualità".
Donata Meneghelli