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Mercoledì 23 Marzo 2005 - Libertà

Due miti del jazz a confronto

Imperdibile appuntamento stasera al Teatro Verdi di Castel San Giovanni. Il trombettista Rava e il pianista D'Andrea

Nuovo, imperdibile appuntamento del Piacenza Jazz Fest. Stasera infatti alle 21.15 al Teatro Verdi di Castel San Giovanni, di scena un duo d'eccezione: il trombettista Enrico Rava ed il pianista Franco D'Andrea. Con questo concerto (pochi i posti disponibili), il cartellone della kermesse è al cosiddetto giro di boa, a metà della sua ricca programmazione (due mesi in questa seconda edizione). Partita il 12 febbraio con il primo appuntamento di pre-festival a Borgo Faxhall e in Stazione, la rassegna si chiuderà domenica 17 aprile allo spazio Le Rotative con le premiazioni del Concorso nazionale "Chicco Bettinardi" e un interessante Galà di fine festival. Quello di stasera è anche il primo concerto "fuori porta" del festival jazzistico, che fino ad ora non aveva varcato i confini della città per spostarsi in provincia; ne seguirà un'altro, sabato 2 aprile al Capitol di Fiorenzuola, dove si esibiranno Antonello Salis, Furio Di Castri, Lello Pareti e Stefano Cantini. Questi due primi passi verso il coinvolgimento della provincia, anticipano altre interessanti iniziative estive messe in cantiere dal Piacenza Jazz Club (organizzatore del Festival, in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano, il Comune e la Provincia di Piacenza e l'Editoriale Libertà), che saranno rese note nelle prossime settimane. Nella storia del jazz gli incontri sono qualcosa di unico, a volte irripetibile, hanno sempre qualcosa di magico. Quando ad incontrarsi sono due personalità musicali come quelle di Enrico Rava e di Franco D'Andrea, il risultato può addirittura risultare strabiliante. Due mondi, due sensibilità, due strade che già qualche volta si sono incrociate sotto i riflettori, quasi per salutarsi, per condividere le esperienze e le emozioni raccolte durante due cammini solo apparentemente distanti. Da tanto tempo Rava e D'Andrea non condividevano in duo lo stesso palcoscenico, un'ora e mezza di dialogo musicale, nel rispetto e nella stima che ognuno dei due nutre per l'altro, nell'ascolto reciproco, nel lasciarsi guidare a vicenda, sulla scia dei loro mondi compositivi, sulle strade dell'improvvisazione; senza obiettivi da raggiungere, senza nulla da dimostrare; lasciando in camerino ogni traccia di ricerca razionale e predeterminata, per riempire di "se stessi in due" il silenzio di un teatro. Cercare di sintetizzare in poche righe i curricula o le biografie di Enrico Rava e di Franco D'Andrea è un'impresa disperata e, probabilmente, ridicola. Sono tra i pochi musicisti italiani ad aver "esportato" in tutta Europa e negli States il jazz italiano. Le loro collaborazioni, i premi, i dischi, le esperienze didattiche e i riconoscimenti ricevuti in tutto il mondo avrebbero bisogno di troppo spazio. Ma con ogni probabilità tutto questo non è necessario perché gli appassionati conoscono i due molto bene e per chi non avesse ancora avuto modo di conoscerli, beh, basta ascoltarli.

Ester Barcella

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