Lunedì 21 Marzo 2005 - Libertà
Fondazione, Marazzi prevale su Mazzocchi
Il neo presidente tende la mano agli enti locali che lo avevano attaccato e promette una gestione trasparente e partecipata. Eletto per 14 voti a 4. "Sarò imparziale e rispettoso delle istituzioni"
Piacenza - Alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, Marazzi prevale su Mazzocchi
finisce, dopo 14 anni, l'era di Gian Carlo Mazzocchi. E inizia quella di Giacomo Marazzi. Al testa a testa tra i due candidati alla presidenza dell'ente di via Sant'Eufemia non c'è stata storia, l'amministratore delegato di Cementirossi ha prevalso di larga misura: 14 preferenze per lui, 4 per Mazzocchi, 5 le schede bianche, una nulla. Così ieri mattina ha votato il consiglio generale della Fondazione. Alla seconda votazione però, quando, da statuto, il quorum si è abbassato al 51%. Al primo giro, dove erano richiesti i due terzi dei consensi, ossia 17 su 25, la fumata è stata nera: Marazzi ha avuto sempre 14 preferenze, contro le 5 di Mazzocchi, 3 schede bianche e una nulla. In due non hanno partecipato al voto: uno è stato Augusto Rizzi (designato in via Sant'Eufemia dal Comune), l'altro Mazzocchi.
E mentre il primo ha spiegato la sua decisione con la mancata presentazione da parte del presidente uscente di un programma a sostegno della propria candidatura, il secondo ha motivato l'astensione dal voto adducendo un personale conflitto di interessi essendo uno dei candidati. Valutazione che qualcuno ha peraltro giudicata priva di fondamento, ravvisandovi piuttosto la volontà di Mazzocchi di uscire da una mischia che oramai lo vedeva soccombente.
È assai probabile che di tentativi per sovvertire il pronostico della vigilia, favorevole a Marazzi, ce ne siano stati. In fondo le 13 firme che avevano accompagnato la formalizzazione della sua candidatura erano solo lo stretto necessario per spuntarla a maggioranza, e il voto a scrutinio segreto poteva prestarsi a ogni sorpresa. Ma evidentemente quei tentativi non sono andati a buon fine (Marazzi ha addirittura ottenuto una preferenza in più del previsto) e ciò può avere indotto ieri Mazzocchi a farsi fin da subito da parte. Una battuta in ritirata (il presidente uscente ha lasciato anzitempo via Sant'Eufemia infilandosi in auto senza rilasciare commenti) che ha probabilmente scoraggiato i suoi potenziali sostenitori dal fare quadrato nell'urna attorno a una candidatura divenuta ormai di bandiera. Così si spiegherebbe l'alto numero di schede bianche.
Nel vuoto è perciò caduto il vibrante appello lanciato mercoledì scorso da Comune e Provincia. Il sindaco Roberto Reggi e il presidente Gian Luigi Boiardi avevano levato alta la loro voce contro la soluzione Marazzi, giudicata troppo di parte con quel marchio di fabbrica della Camera di Commercio, e non in grado di soddisfare le esigenze di "rappresentatività della comunità piacentina". Una candidatura di rottura, l'hanno definita, a cui veniva contrapposta quella di Mazzocchi ma non per un mandato pieno (quattro anni), bensì a termine, fino alla scadenza del consiglio di amministrazione (cda) di via Sant'Eufemia: 18 mesi in cui "preciso" compito dell'anziano professore della Cattolica (77 anni) sarebbe stato di "preparare una soluzione più ampiamente condivisa e più consona allo statuto della Fondazione".
Polemiche cui il neoeletto guarda oggi, a traguardo superato, già con distacco: "Le cose sono andate in un certo modo, ma quella fase di fibrillazione per le candidature adesso si è chiusa. La cancelliamo e si riparte, nella vita di fa così. La carica è di quelle di prestigio, richiede lavoro e impegno. Per tutti". Ai suoi contrappositori Marazzi tende la mano, se il timore è una Fondazione in aperto conflitto con le istituzioni, li rassicura: "Delle istituzioni ho il massimo rispetto, non sono un anarchico per carità, non sto con una parte né con l'altra, nella mia vita non mi sono mai schierato in partiti politici". Un'equidistanza che dimostrerà nei fatti, lascia intendere. Comune e Provincia premono per un adeguata rappresentanza in cda (v. articolo sotto)? "Certo che se ne terrà conto". La Fondazione avrà un nuovo modello di governance in linea con le diffuse richieste di trasparenza e di maggiore partecipazione decisionale? "Non ci sarà una gestione di tipo accentrato e autarchico", mette in chiaro Marazzi segnando così la distanza dallo stile rinfacciato al suo predecessore: "Bisogna fare dei gruppi di lavoro, distribuire deleghe all'interno, come lo statuto del resto prevede". E va scelto un vicepresidente, dopo lunghi anni di vacanza: "Anche questo è stabilito dallo statuto, lo facciamo certamente e dovrà essere espresso collegialmente".
Insomma, Marazzi si dice determinato a costruire un sistema decisionale che garantisca al meglio sia il mantenimento del valore reale del ricco patrimonio dell'ente (oltre 400 milioni di euro) sia la capacità di ottenere remunerazioni finanziarie in grado di non far arretrare gli 8-9 milioni di euro di erogazioni che ogni anno la Fondazione distribuisce sui territori di Piacenza e Vigevano.
Gustavo Roccella