Venerdì 18 Marzo 2005 - Libertà
"Candidatura per favorire la ricerca di un equilibrio"
Chi ha seguito l'evolversi delle candidature per la guida della Fondazione di Piacenza e Vigevano non ha mai dato per esclusa la risalita di Gian Carlo Mazzocchi nel toto-presidente, anche se il nome dello storico presidente uscente, ad un certo punto, non compariva più tra i papabili. Alla fine, è rimasto proprio Mazzocchi a far da ago della bilancia tra le istituzioni piacentine, dopo il tramonto di altre ipotesi. Oggi però, il professore - che sceglie ancora una volta la riservatezza come abito necessario - non fa mistero di una certa amarezza tra chi gli sta intorno, avendo offerto la sua disponibilità fin dall'inizio, senza trovare una convergenza generale. Alla fine è arrivata da Comune e Provincia l'offerta di far da "traghettatore" per altri 18 mesi (fino alla scadenza del consiglio di amministrazione, sfalsata rispetto a quella del consiglio generale) in attesa di trovare una soluzione condivisa e per superare le divisioni venutesi a creare tra i vari soggetti che possono dire la loro in Fondazione. Ciononostante il "muro" è rimasto, le premesse non solo le più facili per il confronto, anche se Mazzocchi non è uomo solito ad abbandonare la lotta, come ha dimostrato in passato. "Accetto - è oggi la sua posizione - con l'impegno di favorire la ricerca, da parte dei membri eletti nel consiglio generale della Fondazione, insieme alle realtà istituzionali e sociali che questi rappresentano, di un definitivo assetto degli organi di governo della Fondazione". C'è l'impegno personale a "lasciare" in occasione del prossimo rinnovo del Cda, oltre a garantire un forte coinvolgimento degli enti sulle scelte di finanziamento, di concertazione e di verifica delle attività con le realtà istituzionali e sociali del territorio. In occasione della scadenza del suo mandato, Mazzocchi - da sempre difensore dell'autonomia dell'ente ("resta un punto centrale" dichiarò a Libertà il 1° ottobre 2004) - aveva riassunto così le scelte fatte: "Alle scuole e alle università abbiamo dato il 40 per cento delle risorse, all'arte e alla cultura il 30-35 per cento, sul sociale si è contribuito al funzionamento delle case di riposo e sulle rette". Poi il grosso investimento sulla Toscanini e il Teatro: "Regione, Provincia e Comune avevano un progetto. Ha chiesto una comunità intera, non potevamo restarne fuori".
Gian Carlo Mazzocchi