Venerdì 18 Marzo 2005 - Libertà
Progettare il futuro di Piacenza: le idee per la città del 2015
Quale sviluppo
Negli ultimi tempi, sono tornati di nuovo frequenti i richiami e le sollecitazioni volti a riprendere lo sforzo di progettazione strategica della nostra città, che pareva essersi esaurito causa l'inerzia dell'attività di pianificazione realizzata prima, all'interno del Patto per Piacenza e, più recentemente, nell'ambito del piano strategico.
A questo proposito convengo sulla opportunità di riprendere il dialogo su percorsi di sviluppo a medio lungo termine, per il motivo semplice ed immediato e senza dubbio importante di allinearsi ai diversi territori del Nostro Paese e delle altre nazioni che, ormai in modo diffuso, si stanno attrezzando in tal senso. Restarne al di fuori vuol dire perdere ulteriori opportunità ed interessanti occasioni, incassando poi ovvie e significative ripercussioni.
Passando però dalle considerazioni di opportunità a quelle di merito è necessario riflettere sulle prospettive di profondo rinnovamento che si schiudono allo sviluppo della Nostra città.
Vorrei citare, a questo proposito, il percorso di sviluppo e di rigenerazione seguito dalla città di Bilbao in Spagna negli ultimi 10 anni, quale esempio di intervento emblematico per la profondità della trasformazione e la rilevanza del ripensamento delle basi a sostegno dello sviluppo che è riuscita ad esprimere.
La città di Bilbao, (l'area metropolitana conta circa un milione di abitanti e, come tale, presenta elementi di profonda differenza dimensionale rispetto ad un territorio come quello della nostra provincia), all'inizio dell'ultimo decennio del secolo scorso si presentava come una città in profonda crisi per la estrema maturità delle attività su cui si era fondato il suo sviluppo nel trentennio precedente, fondato sulla portualità commerciale, sull'industria siderurgica e sulla pesca.
Lo sforzo di rigenerazione urbana ha impegnato l'Area Metropolitana di Bilbao a partire dai primi anni '90.
Con la costituzione dell'Associazione "Bilbao Metropoli 30" (dai trenta Comuni dell'area che diedero vita all'Associazione, finalizzata a sostenere la promozione di azioni volte a delineare i percorsi strategici di sviluppo a medio lungo termine), si è concentrato sulla ricerca delle condizioni con cui rilanciare l'area, puntando sul profondo ripensamento del suo orizzonte strategico. In sostanza, "Bilbao Metropoli 30", ritenendo obsolete, o comunque non in grado di soddisfare le opportunità di crescita di lungo periodo, le vocazioni consolidate negli anni passati, si è impegnata a ripensare alla destinazione dei numerosi spazi e aree urbane che si rendevano disponibili alla luce dei numerosi strumenti innovativi che il nuovo millennio ha garantito e, soprattutto, nell'ottica di una rinnovata immagine dell'area, pensata per una vocazione alla cultura, alla didattica e alla ricerca universitaria. Il progetto dall'esterno giudicato più rappresentativo di questo intervento di rigenerazione e ripensamento dell'immagine cittadina è stata la realizzazione del Museo Guggenheim, massima espressione dell'arte moderna in ambito internazionale, inaugurato nel 1997, che nel corso del 2004 ha attirato circa 950.000 visitatori,di cui solamente il 35 % di nazionalità spagnola. Dare vita a questa importante ed emblematica realizzazione non è stato nè facile nè rapido. Infatti la città di Bilbao partì già nel 1991 con l'idea di realizzare un importante contenitore culturale che potesse caratterizzare e rilanciare l'immagine della città e ne affidò la progettazione al grande architetto canadese Frank Geary.
Solamente nel 1994, grazie ad un contatto del Presidente della Regione Basca con Thomas Krens direttore della Fondazione Salomon R Guggenheim, incrociato durante una visita a Madrid, è partita la collaborazione con la Fondazione, che ha consentito nel corso del 1997 di inaugurare il contenitore culturale collegandolo alla grande Fondazione culturale americana. L'operazione ha dato importanti ritorni alla città di Bilbao, che ormai è considerata tra le culle europee dell'arte moderna, senza avere in merito particolari storie e precedenti. La splendida realizzazione ha anche comportato importanti costi. Complessivamente l'operazione è costata circa 100 milioni di euro, di cui 12 milioni versati, in sede di stipula del contratto con cui la città di Bilbao ha acquisito dalla Fondazione Guggenheim il diritto all'utilizzo dell'immagine e del marchio, (con tale royalties il Museo di Bilbao ha garantite periodiche mostre monografiche, realizzate grazie alle opere messe a disposizione dalla Fondazione statunitense ), mentre la quota restante è stata devoluta all'acquisto di classici dell'arte moderna che costituiscono la componente permanente del Museo. Tornando alla realtà casalinga, ritengo sia ormai necessario procedere ad un ripensamento radicale del percorso di sviluppo del nostro territorio. Anche le direttrici più recenti su cui abbiano fondato i nostri tentativi di rilancio stanno mostrando palesemente i propri limiti. Prima su tutte la logistica che, nonostante per molti anni rappresenterà una delle poche prospettive di crescita in aree e territori come il Nostro, ormai preclusi al manifatturiero e al settore primario, non garantisce certamente opportunità in grado di coniugare sviluppo sostenibile e qualitativo dal punto di vista dell'occupazione e delle competenze coinvolte.
Ecco quindi la necessità di un disegno originale, la forza di ripensare alla radice le nostre prospettive, mettendo anche in conto momenti e scelte di grande ambizione e forte discontinuità con il passato recente e lontano. Per fare tutto questo servono soprattutto idee, ma anche energie e risorse finanziarie. Su questo fronte quindi si rende necessario uno sforzo di grande realismo e di adeguato pragmatismo. In questo senso si pone l'interrogativo di valutare l'opportunità di sviluppare questi disegni di pianificazione strategica di medio lungo periodo su area vasta o comunque con riferimento a prospettive "sovraprovinciali", anche quale condizione irrinunciabile per fare massa critica e dare vigore a progetti e realizzazioni che, probabilmente, "da solo" in nostro territorio ha difficoltà a sostenere.
Marco Elefanti