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Mercoledì 16 Marzo 2005 - Libertà

Tante volte a Piacenza

L'ultima nel 2001

Uto Ughi, indiscutibilmente uno dei più grandi violinisti viventi, capace di entusiasmare il pubblico con il suo stile nervoso, virtuosistico, impetuoso, a tratti fortemente romantico (all'altro capo sta, per esempio, Salvatore Accardo, con la sua "maniera" sobria, rigorosa, quasi stilizzata: anche lui quest'anno ammireremo a Castellarquato in settembre per il Premio Illica), ha un'ottima frequentazione della platea piacentina. Piacenza lo ha ammirato spesso negli ultimi trent'anni. Le sue "visite" al Municipale hanno sempre richiamato il pubblico delle grandi occasioni. Teatri esauriti, eventi che hanno marchiato a fuoco le varie stagioni concertistiche. La cronaca degli ultimi trent'anni, come si diceva, è piena di appuntamenti con Ughi. Nell'83 e nell'84 il violinista venne al Municipale per due stagioni di seguito, la seconda proprio con l'Orchestra dell'Emilia Romagna "Toscanini" sulle cui ceneri è nata l'attuale Orchestra della FondaFondazionezione che anima le stagioni di lirica e concerti del teatro cittadino. Allora sul podio c'era Reynald Giovaninetti e il programma verteva sull'amatissimo Paganini. Ughi è ricomparso sulle scene piacentine nel '92, poi nel '94 (con il pianista Bertelloni) e nel '97. L'ultima volta del musicista a Piacenza risale al 2001 quando per la chiusura delle celebrazioni verdiane della Banca di Piacenza l'istituto di credito volle proporre un concerto (ad inviti) con un grande protagonista della scena musicale internazionale. La scelta cadde appunto su Uto Ughi che, nell'occasione fu accompagnato dai Filarmonici di Roma, ed affrontò un programma che prevedeva il preludio del primo atto della Traviata (l'omaggio a Verdi, appunto) incastonato in una scaletta di brani che avevano per tema l'arte concertistica e violinistica, in particolare, tra Settecento e Ottocento: quindi Boccherini, Giovan Battista Viotti, Franz Schubert e Ludwig Spohr.

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