Mercoledì 16 Marzo 2005 - Libertà
"La lezione di Fermi è ancora oggi di grande attualità"
Ne parla oggi il professor Piazzoli
Siamo nell'anno mondiale della fisica ma siamo anche, dal 14 al 20 marzo, nella quindicesima Settimana della cultura scientifica e tecnologica. Fra le tante iniziative didattiche e divulgative segnaliamo il convegno, oggi, ore 17.30, alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, "Enrico Fermi: l'uomo e lo scienziato. Il ragazzo di via Panisperna di origini piacentine", relatore Adalberto Piazzoli dell'Università di Pavia. Il contributo di Fermi (1901-54) all'evoluzione della fisica del '900 fu straordinario, come sottolineato da Piazzoli. "Fermi è stato forse l'unico fisico, certamente l'ultimo, a conoscere profondamente tutta la fisica del suo tempo, sperimentale e teorica. La sua eredità scientifica è ancora oggi di enorme importanza. Basti pensare alle cose che portano il suo nome: statistica di Fermi-Dirac, fermioni, gas degenere, livello, "Fermi" (unità di misura), costante universale, impulso transizioni, regola d'oro ed altre ancora. Nel 1951 scoprì la prima "risonanza" dai fisici chiamata "delta tre tre" e celebri per chiarezza e profondità sono le sue lezioni a Varenna, poco prima di morire, sull'allora nascente fisica dei mesoni". Quindi il magistero del fisico di origini piacentine è ancora attualissimo: "La lezione di Fermi è certamente d'attualità. Il rigore, la dedizione per non dire l'accanimento, l'onestà intellettuale che tutti gli uomini di scienza devono avere per fare dignitosamente il loro mestiere. Paradossalmente Fermi non può forse costituire un esempio da imitare tanto era fuori misura. Il suo intuito, unitamente alla vastità delle conoscenze scientifiche, ne fanno uno dei più grandi fisici di tutti i tempi. A fronte della grande specializzazione di oggi è quasi incredibile che Fermi si intendesse con uguale competenza di valvole termoioniche, alta matematica, meccanica quantistica o astrofisica". Ma nella scienza accadono anche strani fenomeni, lontano da laboratori qualificati e titolate accademie si verificano tra sacro e profano strane incongruenze che la fisica ufficiale non può più tollerare, per esempio la liquefazione del sangue di San Gennaro. "E' stato un collega chimico, Luigi Garlaschelli, che una decina d'anni fa ha riprodotto la fenomenologia del sangue di San Gennaro. Con semplici procedimenti chimici ha realizzato una sostanza rossastra e solida in un'ampolla di vetro simile a quella del Duomo di Napoli. Con piccole scosse questa sostanza si scioglie e cambia leggermente colore rimanendo in questo stato per qualche ora: tutto qui! Il fenomeno era già noto come "tissotropia" e quindi le più elementari regole dell'epistemologia dicono che chiunque può continuare a sostenere il miracolo, dimostrare che a Napoli la tissotropia è esclusa. Si noti che la controprova sarebbe di una semplicità disarmante: secondo noi il sangue di Napoli non è sangue e si scioglierebbe nelle mani di Garlaschelli o mie, in una data qualunque. Ma ci sarebbe altro da dire! Non possiamo più sopportare che si dica che San Gennaro …. sfida la scienza!".