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Lunedì 14 Marzo 2005 - Libertà

Gabriele D'Annunzio tra poesia, arti figurative e musica

Con l'intervento di Guglielmo Pianigiani si è aperto alla Fondazione un ciclo di conferenze sul Vate

Con una conferenza su "D'Annunzio: le affinità elettive tra poesia, arti figurative e musica", si è aperto l'altro giorno scorso all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano il ciclo intitolato "Incontri dannunziani", che proseguirà con altre due conferenze giovedì 17 e mercoledì 23 marzo. Introdotto dal professore Fausto Frontini, presidente del Conservatorio "Nicolini", l'incontro di mercoledì ha visto come relatori il professore Guglielmo Pianigiani, che ha parlato del rapporto tra la poesia di D'Annunzio e la musica, e il professore Stefano Fugazza, la cui dissertazione ha riguardato l'interesse che il poeta ebbe per le arti figurative e l'influenza che esercitò sui pittori del suo tempo. Docente di Letteratura poetica e drammatica al Conservatorio "Nicolini", di Storia del teatro musicale per il biennio del Conservatorio e di Storia musicale e musicologia all'Università di Siena, Pianigiani ha preso in esame, con un'analisi dettagliata di due poesie di D'Annunzio ("O falce di luna calante", musicata da Ottorino Respighi, e "I pastori", messa in musica da Ildebrando Pizzetti), il burrascoso e difficile rapporto che il poeta ebbe con i musicisti del suo tempo, succubi della personalità schiacciante del Vate. Per spiegare poi la profonda contraddizione che attraversò la figura di D'Annunzio, Pianigiani ha analizzato altre due poesie: "Consolazione" e, soprattutto, "Qui giacciono i miei cani", del 1935, in cui il poeta si avvicina a chiudere la propria esistenza e vede per la prima volta l'inutilità dell'esistere. Stefano Fugazza, critico d'arte, letterato e direttore della Galleria d'arte moderna Ricci Oddi, ha quindi preso in esame il rapporto che Gabriele D'Annunzio ebbe con i pittori del suo tempo, ripercorrendo tutta la vicenda dannunziana, da un primo periodo in cui un giovane D'Annunzio appena approdato a Roma scriveva di arte figurativa sui giornali, utilizzando, per giudicare le opere, criteri legati al Realismo, a un secondo momento, in cui la fedeltà al Realismo fu sostituita alla fedeltà all'ideale, al sogno, come dimostra il fatto che nel romanzo "Il piacere" i personaggi siano spesso paragonati a opere d'arte famose. Per dimostrare poi come la maniera dannunziana influenzò oltre che gli intellettuali e gli scrittori, anche i pittori dell'epoca, Stefano Fugazza ha parlato di un terzo momento dannunziano, in cui l'allontanamento dall'eclettismo ridondante tipico del secondo Ottocento, la rarefazione della parola che caratterizzò la poesia di D'Annuzio si ritrovò in sintonia con i propositi dello stile Liberty. Infine, ha concluso Fugazza, l'ultimo D'Annunzio, come i Futuristi, aspirò, almeno teoricamente, a una sorta di semplificazione dell'arte, nella convinzione che questa si potesse rinnovare solo diventando più fresca, ingenua e istintiva.

CATERINA CARAVAGGI

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