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Giovedì 16 Ottobre 2003 - L'Informatore Vigevanese

E adesso è... Respiro

Alzheimer, un progetto per le famiglie

VIGEVANO – Una patologia invalidante e degenerativa, che rende la persona colpita totalmente incapace di badare a se stessa. È l’Alzheimer, malattia che grava anche su familiari, amici e vicini del paziente, troppo spesso impreparati ad affrontare le problematiche di questo male. Per loro è nato il “Progetto respiro”, ideato dalla cooperativa sociale Comunità Betania, in partnership con il Comune, e finanziato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.



Un’iniziativa che vuole promuovere fra tutti coloro che si prendono cura dei malati di Alzheimer la conoscenza della malattia e delle strategie più opportune del prendersi cura. È il “Progetto respiro”, voluto dalla Caritas e rivolto a familiari, amici, vicini di casa e operatori. «L’idea che ha guidato la redazione del progetto - spiegano Giuseppe Calicchio e Andrea Balzi, rispettivamente vicedirettore della Caritas e presidente di Comunità Betania - poggia sulla convinzione che sostenere adeguatamente i familiari delle persone affette dall’Alzheimer o da demenza significa anche ridurre gli effetti più drammatici della malattia sia sul malato in quanto persona e cittadino, sia sul nucleo familiare che sui curanti». Primo passo del progetto Respiro (già attivato lo scorso anno a Mortara come iniziativa pilota rivolta ad alcune famiglie di persone anziane dipendenti) è l’attivazione di una serie di incontri informativi che ha preso il via ieri l’altro (martedì) in corso Torino 38 (ex don Orione, nuova sede della Caritas diocesana). Il percorso - curato dalla responsabile scientifica, Fiorella Boccagni, medico geriatra - si snoda in sette incontri a cadenza mensile, tenuti, oltre che da Boccagni, anche da Anna Pessina e Isabella Cargnoni, operatrici di Comunità Betania.

Molteplici gli obiettivi: tra questi offrire la possibilità ai partecipanti di confrontarsi con la conoscenza della malattia e il suo decorso, con le diverse modalità di approccio e di intervento alla persona malata, riconoscere i bisogni del malato senza dimenticare i propri. Verranno inoltre illustrati i diversi servizi presenti sul territorio e offerte occasioni di confronto tra le persone che vivono la stessa esperienza. Il corso, che continuerà il 28 ottobre, 18 novembre, 9 dicembre, 13 gennaio, 10 febbraio e 23 marzo (sempre dalle ore 20,30 alle 22,30) è ad ingresso libero e gratuito. Nel progetto sono stati coinvolti anche i medici di base.
«Abbiamo già contattato cinquantadue medici del territorio - sottolinea Calicchio - per tracciare un primo quadro dell’esistente. Si stima che i malati in Italia siano 450mila, ma un’indagine numerica sulla malattia non è mai stata compiuta, quindi nessuno sa quante sono realmente le persone colpite da questa grave patologia degenerativa». Proprio partendo da questo dato di fatto Comunità Betania e Comune hanno anche pensato di dare il via ad una mappatura della malattia, che partirà da Vigevano ma che ha l’ambizione di estendersi oltre i confini locali.

Un dato certo, comunque, c’è, ed è quello relativo agli ospiti dell’istituto de Rodolfi. «Le persone a cui è stata diagnosticata la patologia di Alzheimer - sottolinea Matteo Loria, assessore alle politiche sociali - sono attualmente quattro, e proprio a loro è stato applicato il bracciale elettronico. Un bracciale, utilizzato col consenso dei familiari, che emette un segnale sonoro se i malati cercano di superare le porte d’ingresso e che, al tempo stesso, consente agli ospiti una certa autonomia di movimento all’interno dell’istituto».

Di Martina

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