Giovedì 14 Novembre 2002 - L'Informatore Vigevanese
Va in mostra l’«Altro museo»
Da sabato 9 novembre nella Seconda Scuderia del Castello opere “inedite” di Garberini, Ottone, Raffele e Luigi Bocca
Garberini, Raffele, Ottone e Bocca: in una parola la storia del miglior verismo vigevanese, attraverso i suoi maggiori esponenti. Nomi che restano indissolubilmente legati ad una stagione fortunata e che hanno saputo valorizzare la città e il suo circondario, dagli scorci più suggestivi di Piazza Ducale alle lande silenziose del Ticino fino alle frazioni ed alla campagna lussureggiante. Per la prima volta le opere di questi artisti, custodite nelle collezioni private, vengono riunite in una mostra, «L’Altro Museo» che si inaugurerà sabato 9 novembre (alle ore 17.30) negli spazi della Seconda Scuderia del Castello di Vigevano. «Ideale proseguimento» della mostra «Il Museo Ritrovato. Artisti e collezionisti nella Pinacoteca Civica» svoltasi con successo nel 1997, «L’Altro Museo» presenta al pubblico un’ottantina di opere significative di questi quattro pittori vigevanesi, che hanno sicuramente rappresentato la stagione più significativa dell’arte cittadina. La vernice di sabato prevede inoltre un intermezzo musicale con Giampiero Fortini all’Oboe, Francesco Postorivo al violino, Milena Ricci alla viola e Lorenzo Palumbo al violoncello.
Questi gli orari di visita della mostra: da martedì a venerdì dalle 16.30 alle 18.30; sabato e festivi dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19. L’ingresso è libero.
Le opere selezionate provengono da privati collezionisti vigevanesi, con l’unica eccezione di dieci pezzi provenienti dalla collezione Russo-Mereu acquistata dal Comune di Vigevano nel 1998 e successivamente sottoposta a un importante lavoro di restauro: si tratta quindi di una collezione privata divenuta solo in tempi recenti patrimonio pubblico e mai finora esposta.
Tutte le opere in mostra, infatti, non sono mai state visibili al pubblico o sono state esposte molti anni fa: questo rende «L’Altro Museo» un’occasione importante per l’approfondimento critico, oltre che una piacevolissima opportunità per quanti amano questo genere di pittura.
La mostra, che vede fra gli sponsor la Axa Assicurazioni, la Stav e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, si articola in cinque sezioni fondamentali:
la collezione Russo-Mereu, i lavori preparatori di Casimiro Ottone, il ritratto e la figura umana, il Ticino il bosco e la natura, infine il paesaggio.
«Rispetto a una tradizionale lettura per collezione - è stato spiegato in conferenza stampa dall’assessore alla cultura Antonio Prati e da Carlo Cainelli consulente per l’evento - si è preferito riservare alla prima sezione l’esemplificazione di una raccolta privata sviluppando invece la restante esposizione lungo delle specifiche aree tematiche quali quelle della diversità che divide il ritratto dalla rappresentazione della figura umana, l’ambiente naturale altro rispetto alla città, il paesaggio, sorta di cartolina dove la maestria tecnica e l’utilizzo del colore testimonia il livello raggiunto da questi pittori».
«La mostra vorrà anche sottolineare - hanno continuato gli organizzatori - lo stretto legame che unisce le opere esposte e la committenza cittadina che fu il principale stimolo per la produzione artistica locale e che, ancora oggi, nella veste del collezionismo, è custode di questo patrimonio attraverso l’istituzione di veri e propri “altri musei”».
«Si sottolineeranno inoltre - hanno concluso in conferenza stampa - i vincoli che legano tra loro i diversi autori, facendo intravedere, sebbene in modo indefinito, i caratteri di una scuola pittorica vigevanese che aveva in Giovanni Battista Garberini il proprio vertice e nell’Opera Pia Roncalli “Scuola d’Arte e Mestieri” il proprio elemento formativo iniziale comune».
Per tutti, comunque, una lettura critica più ampia di queste opere, spesso influenzate profondamente dalle diverse correnti artistiche contemporanee, da Fontanesi fino a Sargeant.
Perché emozionarsi davanti agli insoliti paesaggi di Bocca e Ottone e rivedere alcune figure di Raffele è ancora possibile oggi. Come ieri.
Di Martina