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Giovedì 27 Febbraio 2003 - L'Informatore Vigevanese

Gli schermi digitali invadono il cinema

La mini-rassegna di «Effetto» venerdì al secondo incontro

La mini-rassegna di «Effetto» venerdì al secondo incontro

Prosegue la mini-rassegna «Schermi digitali» organizzata da Effetto Cinema con l’incontro con Tonino Curagi e Anna Gorio. I due autori di «Occhi di ragazza» ci spiegheranno il nesso tra estetica/tecnologia che occupa un ruolo di primo piano nella storia del documentario, per ragioni storiche, produttive, ma soprattutto ontologiche. La natura stessa del documentario, inteso come “racconto della realtà” lo impone. L’incontro presentato da Nevina Satta avrà svolgimento venerdì 14 febbraio, sempre presso la Sala d’Onore della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, con il patrocinio del Comune di Vigevano ed il supporto della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Il digitale è il trait d’union dei tre incontri della rassegna, il primo, tenutosi la scorsa settimana, ha avuto protagonista la giovane regista Giada Colavita. Dopo la proiezione del cortometraggio intitolato «Carnaval» e di alcuni spezzoni del film «Aprimi il cuore», presentato alla scorsa Mostra di Venezia nella sezione Nuovi Territori e presto distribuito nelle sale italiane da Lucky Red, un dibattito interessante. La giovane autrice parla della sua fonte d’ispirazione, della sua poetica e del mezzo espressivo digitale. Se per il corto si tratta di una scelta consapevole, per indagare il tema della maschera, del divenire altro da sé, per garantire la maggiore intimità espressiva, nel caso del lungometraggio appare quasi una scelta di ripiego, che permette ad una giovane artista di autoprodursi e di accedere anche ai festival internazionali, solo con un minimo investimento finanziario (ben al di sotto dei costi produttivi tradizionali).

Apprezzato «Carnaval», in cui una scena intensamente intima, rituale (della preparazione e trasformazione), trova spazio all’interno di una sequenza-omaggio tratta da Ophüs; gli spezzoni del lungometraggio, del quale abbiamo visto immagini dalla grande potenza iconografica; entrambi diventano spunti per il dibattito in sala condotto dal presentatore Andrea Bellavita. Si è messa quindi in luce l’ossessiva riflessione dell’autrice sulla imprescindibilità dai limiti del proprio corpo; dell’estetica (non del tutto condivisibile) legata al mezzo digitale, del quale la Colavita non riconosce un linguaggio proprio, bensì un’alternativa di opportunità mediatica, essendo per lei lo sguardo dell’autore l’unica discriminante.

Di Martina

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