Mercoledì 9 Marzo 2005 - Libertà
Natalità d'impresa, andamento lento per Piacenza
Il Laboratorio di economia della Cattolica vede una crescita annua dello 0,8 per cento
Tasso di natalità d'impresa: Piacenza resta fanalino di coda rispetto ad altre realtà circostanti. E' quanto emerge dallo studio redatto dal Lel - Laboratorio di Economia Locale della Cattolica di Piacenza, presentato ieri pomeriggio presso l'auditorium della Fondazione di via San Marco, nell'ambito del primo seminario dell' Osservatorio Socio Economico di Piacenza. La nostra provincia sembra quindi "crescere poco" in termini di imprese, come ha riferito Antonio Dallara del Lel, relatore dell'incontro insieme ad Enrico Ciciotti, rettore della facoltà di Economia della Cattolica, Luigi Bonini, vice direttore dell'Associazione Industriali e Gianni Salerno di Cisl Piacenza. La ricerca svolta dal Lel ha preso in considerazione tutte e 103 le province italiane, svolto in un arco di tempo che va dal 1998 al 2004, riservando ad ogni modo particolare attenzione alla situazione locale. Il ritratto che emerge è quello di una provincia piacentina che vede una crescita esigua delle proprie aziende: il tasso medio annuo si ferma allo 0,8 per cento. Una percentuale che è in linea con i dati regionali, mentre rappresenta la metà dei valori raggiunti a livello nazionale (1,6 per cento). Da segnalare come la crescita piacentina resti staccata rispetto a quelle di altre realtà limitrofe, come Parma, dove questo valore raggiunge quota 1,3 per cento, Cremona (1,2), e Lodi (2,2), mentre a Pavia questo dato si ferma a 0,7 per cento. Per Gianni Salerno "siamo alla fine del modello emiliano - romagnolo: nel corso degli ultimi tre anni il settore industriale ha perso quasi quattromila addetti (in base a dati non ufficiali forniti dal Centro per l'Impiego della Provincia di Piacenza, ndr), che sono stati progressivamente assorbiti dal terziario". Comparto che sembra, però, aver esaurito le sue possibilità: nel 2002 il numero complessivo di lavoratori si attestava su 2500, saliti poi a 3500 nel 2003. Un'ascesa terminata bruscamente nel 2004: "Il saldo segna solo più 23 addetti - spiega Salerno -. Questo vuol dire che questo settore sta arrivando alla corda". A maggior ragione se si fa notare come, nel biennio 2002 - 2003, periodo in cui l'economia ha sofferto particolarmente, la nostra città ha comunque "retto il colpo", facendo addirittura aumentare il tasso occupazionale. I dati emersi dall'indagine svolta dal Lel sono "allarmanti", perché mostrano la debolezza strutturale di Piacenza rispetto ad altri territori confinanti. Questo significa che il sistema basato sulla piccola impresa, sulle parcellizzazione, non è più competitivo. Sono necessarie politiche da mettere in atto sia a livello territoriale, che regionale e nazionale".