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Mercoledì 9 Marzo 2005 - Libertà

"La Ragione vincerà sulla Fede"

Intervista al filosofo Emanuele Severino che parla anche di Chiesa cattolica e Stato. Questo l'esito dell'eterno scontro nel nuovo millennio

Domani sera alle 21, all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via S. Eufemia 12, il filosofo Emanuele Severino sarà ospite di "Testimoni del tempo". Professore ordinario fuori ruolo di Filosofia teoretica all'Università di Venezia, insegna attualmente all'Università San Raffaele di Milano. Accademico dei Lincei, è autore di opere fondamentali e scrive regolarmente sul Corriere della Sera. In vista dell'incontro di domani, gli abbiamo rivolto alcune domande.
In questi ultimi tempi la filosofia sta tornando al centro degli interessi dell'uomo comune (penso per esempio a manifestazioni come il Festivalfilosofia di Modena, o ai tanti filosofi ospiti in televisione in dibattiti e talk-show...). A cosa è dovuto questo fenomeno?
"Intanto va detto che questi di cui parla rimangono ancora dei fenomeni di superficie e che c'è qualcosa di molto più decisivo. Per restare poco sotto la superficie, dirò che la gente ha sempre avuto a che fare con una sorta di antitesi: o scienza o religione. La filosofia, che è esistita da sempre - prima ancora del Cristianesimo e prima ancora della scienza - gode di un vantaggio rispetto a scienza e religione, perché se la scienza è rigorosa ma non dà risposta alle grandi domande esistenziali dell'uomo e la religione va incontro a queste domande ma con la fede e quindi senza rigore concettuale, la filosofia unisce questi due elementi forti, il rigore concettuale e l'interesse per ciò che interessa all'uomo. Quello che possiamo dire è che oggi la gente può incominciare ad accorgersi di questo carattere della filosofia".
E quel qualcosa di più decisivo di cui parlava prima?
"L'aspetto più decisivo riguarda il fatto che la filosofia è per le società più o meno avanzate del pianeta come la circolazione sanguigna per un organismo vivente: l'individuo non pensa alla propria circolazione sanguigna, ma vive solo in quanto ha una circolazione sanguigna. La filosofia non sta al di sopra delle teste, come si pensa per una diffusa ignoranza, ma è il terreno in cui cresce la storia, stabilisce quei significati di fondo sui quali viene costruito l'intero agire dei popoli, e sui quali, pur appoggiandoci a essi, abbiamo finito per non riflettere più".
Il suo ultimo libro, "Nascere", riprende il tema dello scontro tra Fede e Ragione, che la filosofia ha sempre fatto emergere nella storia dell'umanità. Nel nuovo millennio, chi l'avrà vinta in questo scontro?
"L'avrà vinta la Ragione, intendendo per Ragione quella Ragione scientifico-tecnologica che ormai ascolta sempre di più la voce della Ragione filosofica degli ultimi due secoli, una voce che mostra l'impossibiltà di ogni verità assoluta, di ogni dio, di ogni fondamento, ma la mostra in un modo che rimane al di fuori della stessa consapevolezza dei protagonisti della filosofia contemporanea. Usando una metafora, la filosofia contemporanea è come un uomo che brandisce una spada invicibile ma non sa di brandire una spada invincibile: perché quest'uomo vinca bisogna innanzitutto che prenda coscienza di ciò che ha in mano. La razionalità scientifico-tecnologica in unità col sapere filosofico è destinata alla dominazione perché se non esiste alcun dio, alcuna verità assoluta, allora non esiste alcun limite all'azione dell'uomo e a quella forma suprema di azione che è la tecnica. I limiti saranno quel diritto positivo che di volta in volta l'uomo stabilirà per regolare la crescita indefinita della potenza della tecnica".
Tra i temi trattati nel libro c'è quello della procreazione assistita, materia dei prossimi referendum. C'è chi sostiene che questi referendum siano diventati una battaglia decisiva per arginare un revanchismo oscurantista vaticano che trova nuova linfa nel clima di scontro tra civiltà originato dal terrorismo islamico. Lei che ne pensa?
"Io non userei i termini di revanchismo oscurantista: la Chiesa fa oggi il suo mestiere, come l'ha sempre fatto. La volontà della Chiesa è che la società sia cristiana. Il problema è che la modernità vuole che la società sia libera; la democrazia esige che lo Stato non sia regolato da leggi cristiane: è questa la lotta reale".
Quella della difesa della laicità dello Stato?
"Quella della difesa della Ragione. Se lo Stato non deve promulgare leggi contrarie alla rivelazione cristiana, allora lo Stato per la Chiesa deve essere uno Stato cristiano, ma dire Stato cristiano significa dire teocrazia. Ora, in questo momento noi ci troviamo, è vero, in una fase di "revanche", di ritorno sulla scena del Cristianesimo e in particolare della Chiesa cattolica, ma all'interno di un processo globale che porta al tramonto del passato e dunque al tramonto non solo del Cristianesimo ma anche dell'Islam. Non dimentichiamo infatti che l'Islam è Occidente così come lo è il Cristianesimo, perché entrambi si rifanno a quel fondo razionale che è la filosofia greca".

CATERINA CARAVAGGI

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