Martedì 8 Marzo 2005 - Libertà
L'orchestra giovanile di Muti passa a maggioranza
Consiglio comunale - Via alla Fondazione Cherubini. Tra i soci Comune di Ravenna, Toscanini e "Ravenna Festival". "Prestigio alla città". Ma la Cdl vota no: "Statuto blindato e Piacenza non ha il peso che merita"
È stato a maggioranza il voto del consiglio comunale che ieri sera ha dato il via libera all'adesione del Comune di Piacenza alla Fondazione "Orchestra giovanile Luigi Cherubini", l'ensemble di (una settantina di) giovani talenti musicali nato, come si legge nel primo articolo dello statuto, sotto l'"impulso" e la "volontà" del maestro Riccardo Muti che ne sarà il direttore per un periodo di tre anni rinnovabile. Fondazione, e orchestra, avranno sede a Piacenza, nel teatro Municipale, con "residenza" distaccata a Ravenna (teatro Dante Alighieri) nei tre mesi estivi. L'operazione Cherubini è infatti condivisa tra le due città: sul versante ravennate aderiscono il Comune romagnolo e la Fondazione "Ravenna manifestazioni", su quello piacentino, oltre a Palazzo Mercanti, la Fondazione Toscanini che da due anni si è vista affidare la direzione artistica del Municipale per le stagioni di lirica, danza, concertistica.
Un'istituzione musicale, quest'ultima, con però casa madre a Parma, non a Piacenza. Ed è a partire da tale dato che si spiega il voto contrario dell'opposizione nonostante gli appelli della maggioranza per un consenso trasversale su un progetto, quale la Cherubini, definito dall'assessore al teatro Giovanna Calciati e dal sindaco Roberto Reggi di grande prestigio e capace di valorizzare a livello internazionale la politica culturale della città con ricadute positive per la città stessa nel suo complesso. La Casa delle Libertà (Cdl) -, come hanno considerato in molti, da Sandro Ballerini a Carlo Mazzoni (entrambi di Fi), da Marco Tassi (An) a Emilio Gorgni Bottego (gruppo misto) - ritiene infatti che Piacenza non abbia nella Fondazione Cherubini il peso che merita in rapporto a ciò che vi porta in dote, ossia, in primo luogo, una sede importante come il Municipale. Non essendo la Toscanini organicamente riconducibile a Piacenza, palazzo Mercanti sarebbe oscurato da Ravenna, forte della presenza del suo Comune e dell'annessa Fondazione. Una tesi avvalorata, secondo la Cdl, dalla distribuzione dei posti in consiglio di amministrazione: due a testa per i soci classificati come "promotori", cioè le due fondazioni (Toscanini e Ravenna manifestazioni); uno per ogni socio "originario", ossia i due Comuni.
Insomma, "un destino insicuro e incerto quello che "Piacenza e la sua storia culturale" hanno davanti, ha sintetizzato il capogruppo di Forza Italia Massimo Trespidi fornendo così il primo motivo del voto sfavorevole alla Fondazione Cherubini nonostante, ha riconosciuto, si tratti di un "progetto sostanzialmente valido".
Di metodo il secondo ordine di contrarietà: non è andato giù il fatto che il testo da approvare non fosse modificabile con emendamenti che pure la Cdl, con Ballerini, aveva presentato (tutti respinti). Questo perché, ha spiegato Calciati, lo statuto va approvato in identica versione dal consiglio comunale di Ravenna, anch'esso ieri impegnato in contemporaneo dibattito. Tempo scaduto, quindi, per gli emendamenti, eccezion fatta per uno della giunta concordato in questi giorni con Ravenna alla luce di alcune istanze di intervento sul testo emerse nei giorni scorsi nelle due città. Emerse anche a Piacenza in sede di commissione consiliare, ha annotato l'assessore intendendo così significare come dei contributi arrivati dall'opposizione abbiano comunque trovato accoglimento.
E se Gianni D'Amo (Ds), invitando a considerare l'operazione non solo "come un onere ma anche come un onore" in termini di "valorizzazione del Municipale e della città", si è rammaricato che tra giunta e minoranze non ci siano stati "contatti di profilo istituzionale" in grado di spianare la strada a "un voto più amichevole" da parte delle seconde, il sindaco ha difeso il percorso di metodo adottato giudicando inevitabile che alla fine in consiglio approdasse un testo "blindato".
"Non possiamo votarlo, è antidemocratico", ha protestato Giuseppe Caruso (An). Ma "il tempo per proporre tutte le modifiche che si volevano c'era", ha replicato Reggi facendo presente "il difficile lavoro di contrattazione" condotto dall'amministrazione con Ravenna dove, "vi assicuro, avrebbero voluto di più lamentandosi di quanto ottenuto da noi". Un realtà perciò, la Fondazione Cherubini, che a suo parere "meritava "condivisione più ampia".
Da annotare infine il voto di astensione di Antonio Levoni (gruppo misto) che si è visto recepire dalla giunta una "raccomandazione" per evitare, con l'arrivo dell'orchestra, confusioni organizzative nella gestione del personale del Municipale.
gu.ro.