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Martedì 8 Marzo 2005 - Libertà

Fondazione, "fumata nera" sul presidente

Prima riunione del parlamentino, ma nulla di fatto sul vertice. Entro venerdì la presentazione delle candidature. Si cerca una figura bipartisan. Consiglio spaccato sul rinvio


Fumata nera per l'elezione del nuovo presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano. La prima riunione del parlamentino di via Sant'Eufemia riunito al completo è finita ieri in un nulla di fatto. Si è deciso a maggioranza (14 voti contro 8, 3 astensioni) e dopo ampia discussione, di rinviare la complicatissima partita della presidenza. Motivo? Ufficialmente l'assenza di candidature formalizzate con tanto di curriculum, una lacuna nello statuto e nei regolamenti che, proprio sulla carica più importante, non dicono nulla circa le procedure da seguire. E da più parti era emersa la volontà di una totale chiarezza su questo passaggio, sembrando un controsenso che per le nomine dei tre consiglieri cooptati fosse nata persino una commissione di saggi e per il presidente si fosse invece nella posizione di votare all'istante apprendendo il giorno stesso le effettive candidature (i nomi emersi sono sempre circolati come indiscrezioni giornalistiche). In realtà, il rinvio dice anche un'altra cosa: nessuno dei nomi balzati in primo piano nei giorni scorsi è riuscito a garantirsi una base di consenso larga.
I fatti: dopo oltre due ore di confronto in seno al consiglio, la proposta di rinviare la seduta ha avuto la meglio sull'ipotesi di una breve sospensione. "Ho presentato questa proposta - fa sapere il consigliere Stefano Borotti - perché ritengo che un buon presidente debba essere votato al primo turno con i due terzi dei voti, ora possiamo ripartire con il piede giusto".
La data della nuova riunione non è stata ancora fissata: verrà decisa nei prossimi giorni e si parla di un paio di settimane. Sarà il consigliere anziano facente funzioni di presidente, il vigevanese Vittorio Betassa, a stabilire il giorno. Nel frattempo, entro l'11 marzo, vale a dire venerdì prossimo, dovranno essere ufficializzate le candidature alla presidenza - corredate di curriculum vitae, volendo anche di alcune linee programmatiche di massima - e sottoscritte da almeno cinque consiglieri del parlamentino. Una volta espletato questo passaggio verranno inviate le candidature a tutti i consiglieri, insieme alla data precisa di convocazione dell'organo.
Una soluzione a sorpresa, visto che fino alla tarda mattinata di ieri nelle stanze che contano delle diplomazie istituzionali e non si erano susseguiti incontri e valutazioni per "pesare" le potenzialità dei vari portacolori per la presidenza. E si diceva, in via ufficiosa, che un accordo ci fosse.
Ma il consiglio, alla fine, ha preferito prendere tempo per affinare la ricerca di un presidente "super partes", bipartisan come si dice in gergo politico. E questo significa ottenere una larga condivisione al momento del primo voto, non maggioranze risicate a favore dell'uno o dell'altro che, quand'anche superate dalle successive votazioni, costringerebbero la persona eletta in una posizione fragile per certi versi.
Riassumendo, c'è chi - secondo i bene informati - avrebbe insistito sull'esigenza di una soluzione condivisa, e che portasse una misura di chiarezza e di totale trasparenza (Luigi Cavanna) sconfiggendo l'impressione offerta alla città di una pura spartizione di potere. Altri hanno auspicato lo stesso ampio consenso raggiunto sulle nomine dei consiglieri piacentini cooptati (Renato Zurla), c'è chi ha insistito sull'opportunità di una scelta consapevole sulla base di programmi (Augusto Rizzi, che ha lasciato agli atti anche un documento al riguardo) e chi riteneva sufficiente una breve sospensione della seduta prima di arrivare al voto essendovi già un consenso (Vittorio Cavanna, Pierangelo Ugazio).
A conti fatti, la maggioranza ha scelto la via di formalizzare le candidature per la presidenza cercando, contestualmente, le più ampie convergenze al di là dei "cartelli" che sembravano essersi costituiti nei giorni scorsi e che rischiavano di creare un clima non ideale per il vincitore. Venerdì si saprà ufficialmente chi è in corsa. Ai nomi già sentiti nei giorni scorsi (tra i quali Giacomo Marazzi, lo stesso presidente uscente Giancarlo Mazzocchi, Giancarlo Bianchini) se ne sono aggiunti, nel frattempo, di nuovi, alcuni interni alla Fondazione (Umberto Chiappini, nel Cda), altri invece esterni. Ma le indiscrezioni ormai contano poco, tra due giorni avremo "nero su bianco" i candidati effettivi. E i gioco delle mediazioni per arrivare al presidente sarà ripartito su nuove basi: la ricerca del maggior consenso possibile tra l'anima più "economica" e quella più "sociale" della Fondazione, mentre istituzioni come Provincia e Comune non stanno a guardare.

p.s.

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