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Giovedì 13 Dicembre 2001 - Libertà

E Guidotti se la prende con chi frena l'ampliamento

Battuta polemica del sindaco sul progetto legato all'acquisizione dell'ex immobile Enel

"Oggi viene restituita ai cittadini una delle più importanti e prestigiose raccolte di pittura e di scultura moderne del nostro Paese". Così il sindaco Gianguido Guidotti ha alzato il sipario sulla nuova Galleria Ricci Oddi, ieri sera al teatro dei Filodrammatici, poco prima dell'inaugurazione ufficiale. Cinque anni di tempo per riportare all'antico splendore un eccezionale scrigno di cultura sono stati passati in rassegna come un picchetto d'onore da coloro che hanno seguito e coordinato il complesso intervento di recupero: il presidente della Ricci Oddi, Lino Gallarati, l'architetto Benito Dodi, il direttore della galleria, Stefano Fugazza, ed appunto il sindaco Gianguido Guidotti. "L'intervento di restauro ha coinvolto due amministrazioni - ha osservato il primo cittadino - quella che ci ha preceduto e la nostra: le grandi iniziative comportano lunghe fasi di realizzazione ma il trascorrere del tempo consente a volte di migliorare i progetti con l'aggiunta di nuove idee". Una piccola delusione: "Oggi non siamo riusciti a portare qui il presidente Ciampi".
C'è posto per il "fantasma" della Signora di Gustav Klimt sottratta dalla Galleria cinque anni fa: "Nonostante gli sforzi dei carabinieri non è tornata; speriamo che la città possa avere una nuova Santa Lucia come quella di oggi". Il passaggio più articolato il sindaco l'ha dedicato al futuro della Ricci Oddi. Ha ringraziato la Regione e la Fondazione di Piacenza e Vigevano per il rilevante sforzo economico; ha citato il progetto di ampliamento della Galleria con l'acquisizione del contiguo immobile ex Enel; ma ha anche espresso la preoccupazione per i rallentamenti "che hanno messo in forse questo risultato". Nella notte di Santa Lucia una sferzata polemica con pochi precedenti: "Voglio dare atto al presidente Mazzocchi della ferma volontà di portare il progetto a conclusione - ha detto il sindaco - ma tutti sappiamo per esperienza che quando si avvicinano le elezioni si determinano strane situazioni. Di fronte a questi ostacoli imprevisti penso che si siano attivati non solo coloro che vogliono rallentare ogni iniziativa ma addirittura coloro che nell'ombra remano contro, con l'unico scopo di impedire che gli avversari politici facciano bella figura". Una cascata di dati quella che il presidente Lino Gallarati ha fatto cadere dal palco dei Filodrammatici, tracciando la storia della galleria da quando Giuseppe Ricci Oddi, nel 1897-98, acquistò i primi due dipinti che diedero vita al museo. "Nonostante la chiusura - ha osservato Gallarati - l'attività non si è mai interrotta e le opere sono state prestate a New York, Los Angeles, Atlanta, in Giappone, Milano e Firenze tenendo alto il nome di Piacenza". Ai piacentini non rimane che visitare la nuova Ricci Oddi: "Sarà questo il modo per pagare il debito di riconoscenza che la città ha contratto con il fondatore".
"Una società senz'arte è una società malata - ha continuato Benito Dodi, l'architetto che ha curato i lavori di restauro -. Il fatto che la Galleria sia rimasta chiusa per tanto tempo è stato un danno per la città, ma il risultato di oggi è una grande conquista". "La sfida - ha osservato - era di rendere più attraente e ricettiva una collezione storica di grandissimo valore ma che andava ripresentata anche come museo".
Dodi ha ricordato l'architetto Giulio Ulisse Arata che ha ideato il percorso museale: "Abbiamo rispettato il più possibile questa idea". Al direttore Stefano Fugazza il compito di mostrare l'itinerario pittorico della "nuova" Galleria, non prima di citare il professor Ferdinando Arisi che per tanti anni è stato direttore e di scusarsi con le persone che "non sono qui stasera". "In tanti mi hanno telefonato - ha rivelato Fugazza - chiedendo di poter essere presenti a questo importante momento. Purtroppo non c'era spazio per tutti. Penso che sia la dimostrazione che i piacentini amano la Ricci Oddi e tengono al loro museo".

Federico Frighi

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