Lunedì 10 Settembre 2001 - Libertà
L'Angil dal Dom si divide in due
Il vescovo Monari: "La città impari a mettere i bambini al centro". Festeggiata anche Santa Giustina. Premio a padre Fornasari e padre Gherardo (alla memoria)
Un angelo doppio per due piacentini che hanno fatto dell'educazione il loro obiettivo di vita: padre Archimede Fornasari ha fondato un'università in Kenya perché le menti africane potessero esprimere le loro ricchezze; padre Gherardo Gubertini ha fondato la Casa del Fanciullo perché i bambini, una volta grandi, diventassero buoni cristiani ed ottimi cittadini. Ieri mattina, per la prima volta nella storia della tradizionale manifestazione settembrina, l'Angil dal Dom è stato assegnato nella medesima edizione a due personaggi di origini piacentine che si sono distinti nella loro vita al servizio degli altri. L'angelo di padre Fornasari, missionario comboniano, oggi a Chicago, economista e teologo, era già stato annunciato tempo addietro; quello alla memoria di padre Gherardo Gubertini, recentemente scomparso, era la novità dell'ultim'ora con la quale la Fondazione di Piacenza e Vigevano (promotrice del premio), con il suo presidente Giancarlo Mazzocchi, ha voluto rendere omaggio al fondatore della Casa del Fanciullo.
La Chiesa piacentina ha anche festeggiato Santa Giustina, contitolare della cattedrale e compatrona della città e della diocesi, nella ricorrenza dei primi mille anni della traslazione delle reliquie da Roma a Piacenza. Il momento centrale si è avuto in Duomo con la messa delle 11 presieduta dal vescovo. Monsignor Monari era assistito dal vicario generale, monsignor Antonio Lanfranchi e da padre Archimede Fornasari, comboniano, premiato al termine del rito con l'Angil dal Dom. Nelle prime file il vicesindaco Tommaso Foti, l'assessore provinciale Vittorio Anelli, il vice prefetto Lorenzo dè Luca di Pietralata, gli amministratori di Pianello e Pecorara, luoghi di origine di padre Fornasari. E' stato lo stesso vescovo all'inizio del rito a richiamare l'importanza della ricorrenza. "La festa di Santa Giustina - ha detto - ci riporta alla vocazione che abbiamo avuto dal Signore, la vocazione alla santità. In lei vogliamo ammirare quello che Dio ha compiuto e quella che è la nostra vocazione che chiediamo al Signore di compiere ancora nella Chiesa piacentina". "Vogliamo anche fare festa a padre Archimede - ha continuato monsignor Monari -. E' un nostro diocesano che ha usato bene i talenti che il Signore gli ha dato. Gli verrà dato oggi un segno di riconoscimento e vogliamo accompagnare questo segno con la nostra amicizia, il nostro affetto e la nostra stima. Siamo contenti di lui e lo vogliamo incoraggiare a continuare nella fedeltà e nel servizio al Signore per tutto il tempo che gli darà da vivere".
Monsignor Monari, sul sagrato della cattedrale, dopo aver consegnato l'Angil dal Dom alla memoria di padre Gherardo a Lidia Speroni della Casa del Fanciullo, ha ricordato la figura del frate francescano: "E' un modello sia come cristiano sia come cittadino. Primo perché ci ha insegnato a riconoscere la presenza del Signore nei piccoli e nei bisognosi; poi perché è stato un cittadino che si è trovato di fronte a ragazzi che avevano bisogno di essere accompagnati e si è messo al loro servizio. Credo che questo sia un impegno non solo cristiano ed ecclesiale ma anche civico, di solidarietà, di attenzione. L'augurio è che la città impari a mettere i bambini al centro - ha concluso il vescovo -. Il livello di civiltà di una comunità si misura da quanto riesce ad essere attenta verso coloro che hanno bisogno". Il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Giancarlo Mazzocchi, evidenziando l'eccezionalità dei due Angeli del Duomo (riproduzioni della statua che svetta sulla guglia della cattedrale dal 1341), ha sottolineato come questi "siano uniti dall'amore per l'educazione che ha avuto padre Gherardo e continua ad avere padre Fornasari". Un "grazie di cuore alla città ed una speranza che Piacenza continui a seguire la Casa del Fanciullo" è arrivato da Lidia Speroni, braccio destro per oltre cinquant'anni del frate francescano. "Accetto questo riconoscimento purché si sappia una cosa - ha invece detto padre Fornasari -, che io non sono altro che il vostro frutto, il frutto di questa terra".
Federico Frighi