Domenica 6 Marzo 2005 - Libertà
Folto pubblico e ovazioni al maestro, sul podio con la Filarmonica "Toscanini"
Municipale. Con Temirkanov regale Musorgskij e un'elegante direzione del "Lago dei cigni" di Ciaikovskij
Il pubblico che solitamente va in visibilio per il solito Ciaikovskij, snobbando gli autori moderni, l'altra sera ha avuto l'opportunità di riscoprire le sue note. Perché a dirigere Ciaikovskij, al Teatro Municipale per la stagione concertistica curata dalla Fondazione Arturo Toscanini, c'era Yuri Temirkanov, grande direttore d'orchestra russo che coniuga sapientemente - e spontaneamente, come pochi sanno con naturalezza fare - perfezione tecnica e spiritualità. E dunque, il pluri-sfruttato Pëtr Il'ic è stato onorato dal tocco sapiente del maestro, per ciò che la sua musica davvero esprime. Il lago dei cigni è un balletto che fa parte della trilogia ciaikovskijana, con Lo schiaccianoci e La bella addormentata, e s'inserisce nel filone tardo-romantico sviluppatosi in Russia. La musica è ricca di venature crepuscolari. I temi sono quelli dell'amore e della rinuncia, il gioco è quello antico e noto, tra pulsione di vita e pulsione di morte. Le armonie, di quando in quando, sono intessute di wagneriani influssi (ad eccezione dell'espansione melodica) e di schopenhaueristici rimandi. Temirkanov, regale e concentratissimo (più degli orchestrali, che in certi momenti sono scivolati in qualche imperfezione), ha dato grande prova di equilibrata concertazione, in perfetta armonia tra parte lirica e drammatica. Senza forzature, senza struggimenti o, nella Czárdás ungherese e nelle danze Spagnola e Napoletana, senza alcun eccesso gratuito, il Grande russo ha concesso appoggiature e legati che restano confinati al buon gusto. Gli archi dell'Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini hanno reso meglio dei fiati e dell'arpa, nel primo tempo del concerto, totalmente incentrato sulla Suite, il susseguirsi di atmosfere lunari e sinfonismo. Proprio in quest'ultimo sta la forza espressiva dei balletti di Ciaikovskij, sostenuta da trame di vitalità ritmica e ricchezza di effetti orchestrali. Il folto pubblico presente al "Municipale" ha innalzato ovazioni al maestro e all'orchestra fin dalla fine della prima parte della serata, ma il momento di maggior trasporto è stata, nel secondo tempo, l'esecuzione de I Quadri di un'esposizione di Modest Musorgskij, partitura complessa e ricchissima di descrizioni di personaggi, situazioni e paesaggi. Un realismo, quello del compositore, difficilmente reso con tale raffinatezza. L'impresa non facile è stata invece portata a termine da Yuri Temirkanov, con un'Orchestra "Toscanini" più coesa e attenta dell'inizio. L'integralismo nazionalista, già sospinto verso una moderna concezione compositiva, associata allo stile modale, non è stato snaturato dal gesto sapiente della bacchetta di Temirkanov, pur nella puntigliosa definizione delle atmosfere e nell'ampiezza timbrica. "Eleganza" è un aggettivo che è stato spesso associato a Temirkanov dalla critica mondiale. Il perché lo si è visto e percepito chiaramente. Del resto, la "svolta occidentale" della carriera del maestro è avvenuta, anni fa, con l'immediata e definitiva (nonché meritata) conquista di un pubblico difficilmente propenso ad "orientali intuizioni sonore", quello inglese, quando Temirkanov diresse la Royal Philarmonic Orchestra. E' rara una tale statura, applaudita calorosamente e molto a lungo alla fine del concerto piacentino, alla presenza di uno dei massimi critici e storici della musica, Gian Paolo Minardi. Ciò nonostante, dopo l'intenso e faticoso Musorgskij, non è stato concesso alcun bis. Il prossimo appuntamento con la stagione sinfonica del "Municipale" è con il violinista Uto Ughi coi Virtuosi di Praga, domenica 20 marzo. Da segnalare due variazioni nel calendario: quella, precedentemente annunciata, del Quartetto Kuss, che suonerà giovedì 5 maggio, e quella della violinista Lidia Baich con la "Toscanini" diretta da Lorin Maazel, il cui concerto previsto il 28 maggio slitta a martedì 31 maggio.
e. bag.