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Domenica 23 Settembre 2001 - Corriere Padano

Vent'anni di storia italiana negli scatti di Petrelli

Si è aperta nella ex centrale Adamello l'attesa mostra dedicata all'opera di Valentino Petrelli, il fotografo recentemente scomparso che ha raccontato con i suoi scatti l'Italia dal 1937 al 1981. Nel 1938 è diventato famoso per un suo scatto, pubblicato su tre colonne dal Corriere della Sera, che ritraeva la narice del cavallo vincitore del Gran Premio delle Nazioni, all'Ippodromo di Milano, esattamente nel momento in cui tagliava il traguardo. Da allora le foto di Valentino Petrelli hanno documentato le vicende di un paese che da povero si è a poco a poco scoperto sempre più benestante. La mostra "Tino Petrelli fotografo. Dai mestieri della povertà al decollo dell'Italia industriale" è promossa dall'amministrazione provinciale ed espone 300/350 foto sul tema del lavoro scattate nell'arco di oltre un ventennio.
Valentino Petrelli ha solo quindici anni, nel 1937, quando viene assunto dalla Publifoto, la maggiore agenzia di fotografia giornalistica italiana, in qualità di garzone. L'anno seguente ha già intrapreso la professione con la sua prima macchina fotografica nelle mani. E' uno di quei rarissimi individui che posseggono la fotografia nel patrimonio genetico. E' naturale e spontaneo, acuto e diretto, sa sorprendere la piccola scena che là, nell'immenso scenario della vita, si sta svolgendo in apparente insignificanza, per trarne, invece, immagini "storiche". E l'aggettivo non é certo riferito al momento, che storico lo era, ma alla sua particolare sensibilità nel modulare informazione e sentimento con elegante grazia compositiva. Celebre è il suo servizio su Africo, in Calabria, nel 1948 che, pubblicato sull'"Europeo", scuote l'opinione pubblica e induce il governo a un intervento; così come quelli sull'alluvione in Polesine del 1951 e, nello stesso anno, sulle mondine della pianura padana che serviranno da riferimento per il film "Riso amaro". Attraverso immagini selezionate dal suo archivio, la mostra documenta con straordinaria fedeltà le trasformazioni del lavoro in un periodo cruciale per la storia del Paese. Particolare rilievo è dato alla vicenda di Cortemaggiore, capitale del petrolio nell'Italia dello sviluppo, vicenda di cui Petrelli fu testimone privilegiato come fotografo personale di Mattei. Tutto ciò in uno scenario d'eccezione: la Centrale elettrica Adamello, oggi dismessa, originale esempio di architettura liberty applicata ad edifici industriali.
La mostra proseguirà fino al 4 novembre, visitabile dal martedì al venerdì su prenotazione, il sabato e la domenica dalle 10 alle 18 (lunedì chiuso).

Petrelli in San Fermo

Contemporaneamente alla mostra nell'ex centrale elettrica verrà inaugurata nella chiesa di San Fermo (via Cittadella 54) l'esposizione "Trent'anni d'Italia nell'obiettivo di Tino Petrelli". La mostra, promossa dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano con il contributo dell'associazione "Piacenza nel Mondo" e il patrocinio della Provincia, si propone come ideale complemento della principale rassegna dedicata al lavoro nell'Italia che cambia allargando la visuale sull'opera del grande fotografo. Orari: dal lunedì al sabato dalle 10.30 alle 12 e dalle 17 alle 19; domenica dalle 17 alle 19. Ingresso libero.

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